Si è spento nella notte tra domenica 3 e lunedì 4 agosto Marco Bonamico, un nome che ha segnato la storia del basket italiano. La notizia della sua morte è stata comunicata dalla Federazione Italiana Pallacanestro (FIP), che lo ha ricordato come “il Marine”, un soprannome che riflette il suo spirito combattivo e la sua dedizione al gioco. Giovanni Petrucci, presidente della federazione, ha espresso il suo cordoglio, affermando di essere “commosso a titolo personale e a nome della pallacanestro italiana. È vicino alla famiglia e ne condivide il cordoglio”.
Nato nel 1957, Marco Bonamico ha avuto una carriera straordinaria, caratterizzata da oltre 150 presenze con la Nazionale e numerosi trofei con la Virtus, squadra con cui ha conquistato due scudetti e due Coppe Italia. La sua carriera internazionale è stata altrettanto impressionante, con la partecipazione alle Olimpiadi di Mosca nel 1980, dove ha contribuito a portare a casa una medaglia d’argento, e all’Europeo di Nantes, dove ha vinto l’oro.
Oltre alla Virtus, ha vestito le maglie di diverse altre squadre, tra cui Fortitudo, Mens Sana Siena, Olimpia Milano, Basket Napoli, Forlì e Udine. La sua versatilità e il suo talento lo hanno reso uno dei cestisti più apprezzati della sua generazione. Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, Bonamico ha continuato a rimanere nel mondo del basket, diventando una voce nota delle telecronache di basket della Rai, spesso affiancato a Franco Lauro.
Negli ultimi tempi, Marco Bonamico era ricoverato presso l’ospedale Bellaria di Bologna, dove combatteva contro un tumore. La notizia della sua scomparsa ha suscitato un’ondata di emozione tra fan, amici e colleghi, che hanno condiviso messaggi di dolore e ricordo sui social media. La comunità del basket italiano si è unita nel piangere la perdita di un grande atleta e di una persona che ha dedicato la sua vita alla promozione del basket in tutte le sue forme.
Marco Bonamico non era solo un atleta di successo, ma anche un pioniere del 3X3, una disciplina che ha contribuito a far crescere e apprezzare nel panorama sportivo italiano. La sua passione per il basket e il suo impegno nel promuovere lo sport tra i giovani hanno lasciato un’impronta indelebile. La sua eredità continuerà a vivere attraverso le generazioni future di cestisti che si ispirano al suo esempio.
La sua carriera è stata caratterizzata da momenti indimenticabili e da un impegno costante, che lo hanno reso un modello per molti. La sua capacità di ascoltare e comprendere il gioco, unita a un talento naturale, lo ha portato a diventare uno dei migliori giocatori del basket italiano. La sua scomparsa rappresenta una grande perdita non solo per il mondo dello sport, ma anche per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di lavorare con lui.



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