La Corte d’Assise d’Appello di Milano – presieduta dalla giudice Ivana Caputo – ha confermato la condanna all’ergastolo inflitta ad Alessandro Impagnatiello per il delitto di Giulia Tramontano, uccisa il 27 maggio 2023 nella loro abitazione di Senago (Città Metropolitana di Milano) quando era incinta al settimo mese . Riconosciute le aggravanti della crudeltà e del rapporto di convivenza, ma è stata respinta la premeditazione, contestualmente assoluta anche in Appello grazie alla richiesta avanzata dalla difesa .
L’imputato, ex barman di 32 anni, era stato già condannato in primo grado (25 novembre 2024) per omicidio volontario pluriaggravato, procurato aborto e occultamento di cadavere . Secondo la ricostruzione della Procura, il barman sin dal dicembre 2022 avrebbe maturato l’intenzione di disfarsi della compagna dopo aver scoperto la gravidanza . In tale periodo, avrebbe somministrato alla vittima del veleno – cercando sul web informazioni in proposito – con l’intento di provocare un aborto, culminato poi nell’omicidio per mano dopo averla aggredita con 37 coltellate . Successivamente, l’uomo avrebbe tentato di distruggere il corpo e di occultarlo dietro ai box dell’abitazione .
La Procura Generale, rappresentata dalla sostituta pg Maria Pia Gualtieri, aveva chiesto la conferma dell’ergastolo sottolineando la “fredda premeditazione” e le gravi modalità del delitto, compresi fendenti inferti mentre la vittima era ancora viva . Tuttavia, i giudici hanno escluso la premeditazione, pur mantenendo la condanna al massimo della pena.
Dura la reazione di Chiara Tramontano, sorella della vittima, pubblicata su Instagram subito dopo il verdetto. Il suo sfogo ha definito la decisione “vergogna” e “disgusto”, contestando la mancata riconferma della premeditazione:
“L’ha avvelenata per sei mesi. Ha cercato su internet: ‘Quanto veleno serve per uccidere una donna’. Poi l’ha uccisa. Per lo Stato, supremo legislatore, non è premeditazione. Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte. E smettetela di portare gli assassini ai banchi. Sono assassini. Vanno in cella. Nessuno li vuole liberi, inquinano” .
In aula, durante la lettura del dispositivo, Impagnatiello si è mostrato impassibile: era in piedi accanto alla sua avvocata, Giulia Geradini, e non ha reagito, mentre i genitori della vittima – presenti – hanno versato lacrime .
La difesa aveva puntato a far cadere anche l’aggravante della crudeltà, sostenendo si fosse trattato di un atto impulsivo e non frutto di pianificazione. Aveva inoltre sottolineato l’impegno a partecipare a un programma di giustizia riparativa per ottenere attenuanti generiche . Nonostante ciò, la Corte ha mantenuto l’ergastolo per tutti i capi di accusa tranne quello relativo alla premeditazione .
Le motivazioni della sentenza verranno depositate nei prossimi mesi, momento in cui sarà possibile comprendere meglio le ragioni giuridiche alla base della decisione. Nel frattempo resta confermata la pena più severa prevista dal nostro ordinamento, seppur senza la considerazione formale della premeditazione.
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