Una tragica esplosione ha colpito Castel d’Azzano, in provincia di Verona, nella notte scorsa, causando la morte di tre carabinieri e il ferimento di numerosi altri agenti. L’incidente è avvenuto in un casolare situato in via San Martino, dove le forze dell’ordine erano intervenute per eseguire uno sgombero. Le vittime sono state identificate come Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello, tutti membri dell’Arma dei Carabinieri. I feriti, undici carabinieri e quattro agenti di polizia, sono stati trasportati in codice rosso presso diversi ospedali locali, ma non sono in pericolo di vita.
Secondo le prime ricostruzioni, l’esplosione si è verificata durante l’apertura della porta d’ingresso del casolare, dove erano presenti tre fratelli: Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori con difficoltà economiche. L’operazione di sgombero era stata pianificata da tempo, dopo che gli occupanti avevano già minacciato di farsi saltare in aria. Data la gravità della situazione, erano stati mobilitati anche carabinieri dei Reparti speciali e agenti dell’Unità Operativa di Pronto Intervento (Uopi), specializzati in azioni antiterrorismo.
L’esplosione ha distrutto completamente il casolare, travolgendo chi si trovava nelle vicinanze. I Vigili del fuoco sono stati prontamente allertati e sono intervenuti per le operazioni di soccorso tra le macerie. Purtroppo, per i tre carabinieri coinvolti non c’è stato nulla da fare.
Le indagini sono attualmente in corso per determinare le cause esatte dell’esplosione. Secondo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’ipotesi principale è che sia stata causata da una fuga di gas. Inoltre, il procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, ha descritto la situazione come “comportamenti assurdi”, esprimendo il suo dolore per la tragedia. Ha spiegato che l’operazione era volta a eseguire un decreto di perquisizione, dato che si cercavano anche bottiglie molotov all’interno dell’immobile.
I tre occupanti del casolare, Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, erano già noti alle forze dell’ordine per precedenti episodi simili. Un anno fa, avevano opposto resistenza all’arrivo di un ufficiale giudiziario, aprendo una bombola di gas. In quell’occasione, grazie a un intervento tempestivo delle forze dell’ordine, si era riusciti a evitare il peggio. Tuttavia, questa volta la situazione è degenerata in modo tragico.
Il vicesindaco di Castel d’Azzano, Antonello Panuccio, ha dichiarato a Rainews24 che gli occupanti “non volevano lasciare la casa” e che “il sottotetto era saturo di gas” al momento dell’intervento. Ha aggiunto che l’operazione era stata pianificata con attenzione, prevedendo anche l’arrivo di ambulanze, poiché si sapeva che ci potevano essere feriti. Tuttavia, non si immaginava che gli occupanti avessero pianificato un’esplosione di tale portata, che è stata avvertita fino a cinque chilometri di distanza.
Panuccio ha anche sottolineato che gli occupanti non erano considerati soggetti fragili, in quanto non vi erano minori o anziani nel casolare. Si trattava di agricoltori in età lavorativa, che avevano subito l’esecuzione forzata del recupero del credito sulla loro abitazione, uno dei pochi beni rimasti. Il Comune era pronto a fornire assistenza logistica, ma la situazione si è rivelata ben più complessa.
Il Sindacato Italiano Militari Carabinieri (SIM Carabinieri) ha espresso profondo cordoglio per la perdita dei tre carabinieri. In un comunicato, hanno dichiarato: “Siamo vicini, con commozione e rispetto, alle famiglie dei militari deceduti e ai colleghi feriti, ai quali auguriamo una pronta e completa guarigione.” Hanno aggiunto che oggi è un giorno di lutto per l’Arma e che non è il momento per polemiche, ma per rispettare la memoria dei colleghi caduti.
La tragedia di Castel d’Azzano ha scosso la comunità locale e sollevato interrogativi sulla sicurezza delle operazioni di sgombero, soprattutto in situazioni delicate come quella attuale. Le autorità continueranno a indagare per fare luce su quanto accaduto, mentre la comunità piange la perdita di tre valorosi servitori dello Stato.



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