Filippo Turetta, attualmente detenuto nel carcere di Montorio a Verona, è stato aggredito da un compagno di cella. Turetta, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023, ha subito un pugno sferrato da un altro detenuto. La notizia è stata confermata dall’avvocato di Turetta, Giovanni Caruso, che ha fornito dettagli sull’incidente avvenuto nel mese di agosto.
L’aggressione è stata descritta come un episodio isolato, avvenuto mentre Turetta si trovava nella quarta sezione del carcere, dopo essere stato trasferito dalla sezione protetta. Caruso ha dichiarato: “Anche io ho ricevuto la notizia questa mattina. La cosa risale a qualche tempo fa, al mese di agosto. Ho sentito Turetta in queste settimane e anche allora non mi aveva manifestato disagi particolari”. Queste parole evidenziano come, fino a quel momento, Turetta non avesse segnalato problematiche significative durante il suo periodo di detenzione.
Secondo quanto riportato dal legale, l’incidente non ha avuto ulteriori sviluppi preoccupanti e Turetta, nonostante la gravità del reato per cui è stato condannato, sta vivendo una situazione relativamente tranquilla. Caruso ha spiegato: “Il reato che ha commesso Turetta suscita particolare sconcerto nell’opinione pubblica, ovviamente, ma per il momento a parte questo episodio è abbastanza tranquillo”. Inoltre, il detenuto che ha aggredito Turetta è stato successivamente isolato per motivi di sicurezza.
L’omicidio di Giulia Cecchettin ha suscitato un forte clamore mediatico e un’ampia discussione sulla violenza di genere, portando a un aumento dell’attenzione su casi simili. Turetta, che ha solo 23 anni, ha ricevuto una condanna all’ergastolo dopo un processo che ha rivelato dettagli agghiaccianti riguardo al delitto. La giovane vittima, Cecchettin, stava per laurearsi e la sua morte ha scosso profondamente la comunità locale e non solo.
L’aggressione subita da Turetta in carcere ha riacceso i riflettori su di lui e sul caso di Giulia Cecchettin, sollevando interrogativi sull’adeguatezza delle misure di sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie italiane. L’episodio ha messo in evidenza le tensioni esistenti tra i detenuti, specialmente in casi di alta notorietà come quello di Turetta, il quale potrebbe essere visto come un bersaglio da altri detenuti per il crimine di cui è accusato.
Il sistema penitenziario italiano è già sotto scrutinio per le sue condizioni e per la gestione dei detenuti, e l’aggressione a Turetta potrebbe sollevare ulteriori preoccupazioni riguardo alla sicurezza e al benessere dei prigionieri. Gli esperti di diritto penale e i diritti umani osservano con attenzione la situazione, temendo che episodi del genere possano mettere a rischio la vita dei detenuti, in particolare quelli coinvolti in crimini di grande impatto emotivo.



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