La missione della Flotilla diretta verso Gaza sta vivendo un momento difficile, con numerosi rinvii e problematiche che hanno caratterizzato il suo avvio. Le navi impegnate nel trasporto di aiuti umanitari hanno finalmente salpato, ma senza la presenza di Greta Thunberg, l’attivista svedese conosciuta a livello mondiale. La Thunberg ha subito un cambio di programma, lasciando l’imbarcazione Family per unirsi alla nave Alma, ma anche quest’ultima ha avuto problemi tecnici che ne hanno impedito la partenza.
La situazione si complica ulteriormente quando la Alma, dopo aver dovuto effettuare una sosta al porto di Siracusa, ha riscontrato un guasto al serbatoio, bloccando nuovamente il viaggio. Questo ha portato a momenti di tensione tra i membri dell’equipaggio e i sostenitori dell’iniziativa, con Greta che ha dovuto affrontare anche le conseguenze delle polemiche legate alla sua decisione di cambiare nave. Mentre i fortunati che sono riusciti a partire dalla costa siciliana si uniscono alle imbarcazioni provenienti da Tunisia e Grecia, la Thunberg resta a terra, suscitando comprensibile frustrazione tra i suoi sostenitori.
In mezzo a questa situazione, alcuni membri della Flotilla hanno colto l’occasione per criticare il governo italiano. Elena Scuderi, parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), ha espresso il suo disappunto nei confronti del ministro degli Esteri Antonio Tajani e del vicepremier Matteo Salvini, accusandoli di ignorare la gravità della situazione a Gaza. In particolare, ha contestato le affermazioni di Tajani, secondo cui la situazione non sarebbe da considerarsi un genocidio, ma piuttosto una “carneficina”. Scuderi ha sottolineato che il governo italiano continua a ignorare le atrocità in corso, citando i numeri allarmanti di morti e sfollati.
La critica si estende anche ad altri membri del governo, con esponenti del Partito Democratico come Arturo Scotto e Annalisa Corrado che si sono uniti al coro di voci contrarie. Hanno messo in discussione la legittimità delle affermazioni di Salvini, che ha dichiarato che “Israele ha diritto di difendersi”, sottolineando che tali posizioni pongono l’Italia dalla parte sbagliata della storia. Le loro dichiarazioni evidenziano una crescente frustrazione nei confronti di un governo che, secondo loro, non sta affrontando adeguatamente la crisi umanitaria in Gaza.
Nonostante le critiche, gli organizzatori della Flotilla continuano a chiedere supporto al governo italiano, sperando che possano ottenere un intervento diplomatico per facilitare la loro missione. Tuttavia, il governo ha risposto che la sua azione sarà limitata al piano diplomatico, senza possibilità di ordini diretti contro Israele.
La tensione cresce ulteriormente quando i parlamentari della Flotilla accusano il governo di non fare abbastanza per condannare le azioni di Israele. Scuderi ha affermato: “Il nostro governo continua a girarsi dall’altra parte davanti all’occupazione illegale di Israele, agli oltre 60mila morti a Gaza, di cui 20mila bambini, alle oltre 600mila persone che rischiano di morire di fame, alla pulizia etnica in corso”. Queste parole riflettono un sentimento di impotenza e rabbia nei confronti di una situazione che appare sempre più insostenibile.
La Flotilla, pur tra difficoltà e polemiche, continua a rappresentare un tentativo di portare attenzione sulla crisi umanitaria in Gaza. La presenza di attivisti e politici a bordo delle navi evidenzia il desiderio di sensibilizzare l’opinione pubblica e di richiamare l’attenzione su una realtà che molti ritengono sia stata dimenticata. Tuttavia, la loro missione è ostacolata da problemi tecnici e da un contesto politico complesso.



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