La Procura di Roma ha avviato un’indagine riguardante gli esposti presentati da attivisti e parlamentari italiani che si trovavano a bordo delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla. Questi attivisti sono stati fermati dalle autorità israeliane mentre cercavano di avvicinarsi alle coste di Gaza. Secondo quanto riportato, gli atti presentati includono anche l’ipotesi di reato di sequestro di persona. Attualmente, i documenti sono sotto esame da parte degli inquirenti, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi. Non si esclude che, una volta completato il fascicolo, i partecipanti alla missione possano essere convocati in Procura come persone informate sui fatti.
Nel frattempo, il governo israeliano ha reso noto di aver espulso 171 attivisti dalla flottiglia, tra cui la nota attivista svedese Greta Thunberg. Il ministero degli Esteri israeliano ha comunicato attraverso un post su X che “altri 171 provocatori della flottiglia, tra cui Greta Thunberg, sono stati espulsi oggi da Israele verso Grecia e Slovacchia”. Il ministero ha anche pubblicato foto di Thunberg e di altre due donne all’aeroporto internazionale Ben Gurion vicino a Tel Aviv, in cui indossano le tute grigie tipiche delle prigioni israeliane. Tra gli espulsi ci sono cittadini provenienti da diverse nazioni, tra cui Grecia, Italia, Francia, Irlanda, Svezia, Polonia, Germania, Bulgaria, Lituania, Austria, Lussemburgo, Finlandia, Danimarca, Slovacchia, Svizzera, Norvegia, Regno Unito, Serbia e Stati Uniti.
Dopo il suo arrivo in Grecia, Greta Thunberg ha rilasciato dichiarazioni ai giornalisti, affermando che a Gaza “si sta perpetuando un genocidio di fronte ai nostri occhi”. Davanti a un gruppo di attivisti, ha sottolineato: “Lasciatemi essere molto chiara: si sta compiendo un genocidio davanti ai nostri occhi”. Ha continuato esprimendo la sua incredulità riguardo alla brutalità umana, dichiarando: “Non riuscirò mai a capire come gli esseri umani possano essere così malvagi. Che si possa deliberatamente far morire di fame milioni di persone intrappolate sotto un assedio illegale come continuazione di decenni e decenni di oppressione e apartheid”.
Greta Thunberg era stata arrestata dopo aver tentato di forzare il blocco israeliano insieme ad altri membri della flottiglia. Dopo il suo arresto, è stata portata nei carceri di Ketziot e Saharonim, situati nel deserto del Negev, nel sud di Israele. La giovane attivista è stata rilasciata dopo pochi giorni. Secondo le dichiarazioni di un giornalista turco, Ersin Celik, Thunberg sarebbe stata oggetto di un trattamento inappropriato da parte delle autorità israeliane, essendo stata bendata, ammanettata e costretta a baciarsi la bandiera israeliana. Tuttavia, queste affermazioni sono state prontamente smentite da Tel Aviv, che ha assicurato: “Greta Thunberg è sana e salva e sta per essere portata in Israele”.
Il caso ha sollevato un ampio dibattito sia in Italia che a livello internazionale, con molte organizzazioni e attivisti che si sono mobilitati per sostenere i diritti degli attivisti espulsi. La situazione a Gaza continua a destare preoccupazione, e le dichiarazioni di Thunberg hanno attirato l’attenzione su quello che definisce un grave crimine contro l’umanità. La sua presenza nella flottiglia e il suo arresto hanno portato a un rinnovato interesse per la questione palestinese e per le condizioni di vita a Gaza, dove la popolazione sta affrontando una crisi umanitaria.
Le autorità italiane stanno seguendo con attenzione gli sviluppi delle indagini e le reazioni a livello internazionale. Gli attivisti coinvolti nella flottiglia, tra cui Thunberg, hanno espresso la loro determinazione a continuare a lottare per i diritti umani e per la giustizia sociale, nonostante gli ostacoli incontrati. La questione della libertà di espressione e del diritto di protestare pacificamente è diventata un tema centrale nel dibattito pubblico, con molte persone che chiedono una maggiore protezione per gli attivisti che si battono per cause giuste.



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