La missione umanitaria Global Sumud Flotilla, partita con l’obiettivo di raggiungere la Striscia di Gaza per consegnare aiuti umanitari, è entrata in una fase critica. Le forze armate israeliane hanno avviato l’intercettazione delle imbarcazioni dopo che queste hanno superato la zona dichiarata ad “alto rischio”. La prima nave colpita è la “Alma”, attualmente isolata dal resto del convoglio e già oggetto di abbordaggio. Interrotta la trasmissione video in diretta, gli attivisti parlano di blocchi delle comunicazioni e crescente tensione.
Secondo quanto riferito dagli attivisti presenti sulla nave, “al momento 20 imbarcazioni stanno venendo verso di noi. Alcune sono all’interno della Flotilla e non sappiamo le loro intenzioni”. La situazione, già definita instabile, si è aggravata nel tardo pomeriggio quando, alle 20:25 locali (19:25 italiane), è stato intimato l’alt alle barche da parte dell’esercito israeliano, accompagnato dalla minaccia esplicita di fermare la missione e procedere con la confisca delle navi.
Nel corso delle comunicazioni, gli attivisti hanno riportato: “È stato comunicato che il tentativo di violare il blocco rappresenta una violazione del diritto internazionale. Se andremo avanti verremo fermati e le navi confiscate”, aggiungendo che “le forze israeliane hanno proseguito con messaggi di propaganda”. L’avvicinamento militare è avvenuto a 78 miglia nautiche da Gaza, in acque internazionali, rendendo la situazione ancora più controversa dal punto di vista giuridico.
A bordo della Flotilla è presente anche il deputato Arturo Scotto, che ha confermato: “Le imbarcazioni militari israeliane si sono avvicinate alla testa della missione: sarà una notte difficile”. Le sue parole fanno eco al clima di allerta salito vertiginosamente nelle ultime ore, con un numero crescente di navi militari israeliane che circondano il convoglio.
Il gruppo della Global Sumud Flotilla si era preparato da settimane a un possibile confronto, sostenendo che il proprio scopo è esclusivamente umanitario. Il carico, composto da materiale medico e generi di prima necessità, è destinato alla popolazione civile della Striscia di Gaza, ancora duramente colpita dal conflitto in corso. Tuttavia, Israele ha dichiarato il blocco navale intorno alla costa di Gaza zona militare chiusa, impedendo qualsiasi tentativo di ingresso via mare senza autorizzazione.
Fino a ieri, la presenza della Marina italiana aveva garantito una forma di protezione limitata, ma le navi italiane hanno interrotto l’accompagnamento una volta superato il limite di sicurezza fissato dalle autorità di Roma, lasciando così la Flotilla esposta a eventuali azioni ostili. L’Italia aveva anche proposto una soluzione alternativa per la consegna degli aiuti attraverso un corridoio controllato, offerta che però è stata rifiutata dagli organizzatori della missione.
Le navi del convoglio si trovano ora sotto osservazione costante, mentre l’abbordaggio della “Alma” potrebbe rappresentare solo il primo passo di un’operazione più estesa. Secondo informazioni raccolte dagli attivisti, il numero di mezzi militari israeliani in avvicinamento sta aumentando, lasciando presagire un intervento coordinato su larga scala.
L’intercettazione e l’eventuale confisca delle navi rischiano di creare un nuovo caso diplomatico, con ripercussioni internazionali. Diverse organizzazioni della società civile, così come esponenti politici, hanno già espresso preoccupazione per le modalità dell’intervento israeliano e per la sicurezza delle persone a bordo, tra cui parlamentari, medici e giornalisti.
Nel frattempo, si è perso il contatto con alcune imbarcazioni della Flotilla, le cui comunicazioni sono state disturbate o completamente interrotte. La trasmissione live, che fino a poche ore fa documentava la traversata in tempo reale, è stata oscurata, mentre droni e radar continuano a sorvolare l’area.
La comunità internazionale resta in attesa di sviluppi, mentre cresce il timore di un’escalation che potrebbe avere conseguenze anche sul fronte diplomatico. La missione, presentata come un’azione nonviolenta in favore della popolazione civile di Gaza, si scontra ora con la determinazione delle forze israeliane a mantenere il blocco navale e a impedire qualsiasi violazione dei confini imposti.



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