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“Forse non è la priorità”: Giorgia Meloni zittisce la portavoce della Flotilla in diretta



La premier Giorgia Meloni, dal vertice Ue di Copenaghen, ha criticato la spedizione umanitaria diretta a Gaza, accusandola di non perseguire fini umanitari ma politici.



Al vertice Ue di Copenaghen, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta sul tema della spedizione Flotilla, diretta verso Gaza con un carico di aiuti umanitari. La premier ha ribadito la posizione del governo italiano, che invita alla cautela per non compromettere i negoziati in corso.

«È una fase nella quale tutti quanti dovrebbero capire che esercitare una responsabilità, attendere mentre c’è un negoziato di pace, è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze dei palestinesi, ma forse le sofferenze del popolo palestinese non erano la priorità», ha dichiarato Meloni a margine dell’incontro europeo.

Il governo italiano, insieme ad altre istituzioni, ha chiesto agli attivisti della Flotilla di non tentare di superare il blocco navale israeliano di fronte alle coste di Gaza, evidenziando i rischi per la loro sicurezza. È stata inoltre offerta la mediazione con il patriarcato latino di Gerusalemme per garantire la consegna degli aiuti, ma i promotori dell’iniziativa hanno respinto la proposta, ribadendo la volontà di stabilire un canale diretto con la popolazione palestinese.

Meloni ha sottolineato come l’iniziativa, inizialmente presentata come un’operazione umanitaria, abbia assunto un carattere diverso: «Penso che dopo gli appelli che sono stati fatti dal presidente Mattarella in poi, dagli altri, ho visto anche quello che stanno dicendo altri leader europei, ho visto quello che sta facendo la Spagna, che è esattamente quello che sta facendo anche l’Italia, penso che il rischio di una iniziativa che diceva di nascere per una questione umanitaria e poi si è scoperto che non era per una questione umanitaria, ma per forzare un blocco navale… Già diventa un’altra cosa».

La premier ha poi aggiunto: «Del resto se fosse stato per una ragione umanitaria si sarebbero accolte le numerose proposte che sono state fatte per poter consegnare quegli aiuti in sicurezza».

Alle parole della presidente del Consiglio ha replicato la portavoce della spedizione, Maria Elena Delia, che ha difeso la scelta degli attivisti di proseguire nonostante gli appelli delle istituzioni: «Perché questi attivisti dovrebbero farsi male in acque internazionali? Questa è la domanda. La risposta ce l’ha data il nostro governo: quando c’è Israele di mezzo le regole che valgono per tutti non valgono più».

La portavoce ha inoltre insistito sul rispetto dovuto ai membri della Flotilla: «Le persone a bordo delle barche meritano rispetto. Siamo noi che chiediamo alle istituzioni di essere responsabili perché la legge, non solo non vale per tutti, ma non esiste più».

La vicenda della Flotilla, che intende raggiungere Gaza bypassando i canali ufficiali concordati con le autorità israeliane, resta dunque al centro del confronto politico internazionale. Da un lato, i governi europei – Italia compresa – insistono sulla necessità di gestire gli aiuti attraverso vie sicure e riconosciute; dall’altro, gli attivisti rivendicano il diritto di stabilire un contatto diretto con la popolazione palestinese.



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