La nave Madleen, battente bandiera britannica e parte della Freedom Flotilla Coalition (FFC), è stata intercettata e sequestrata dalle forze israeliane mentre navigava in acque internazionali con l’intento di raggiungere la Striscia di Gaza. L’operazione, avvenuta intorno alle 2 di notte, ha coinvolto unità militari israeliane che hanno abbordato l’imbarcazione, arrestando i 12 membri dell’equipaggio. Tra questi figurano l’attivista svedese per il clima Greta Thunberg e la parlamentare europea francese Rima Hassan.
Secondo quanto riferito dalla FFC, la missione della Madleen era quella di trasportare una modesta quantità di aiuti umanitari, tra cui riso e latte artificiale, destinati alla popolazione della Striscia di Gaza, sottoposta a un rigido blocco navale da parte di Israele. Inoltre, l’iniziativa mirava a sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sulla crisi umanitaria che affligge la regione.
In una nota ufficiale, il Ministero degli Esteri israeliano ha confermato l’intervento militare, definendo l’operazione “una mossa propagandistica”. Il portavoce del ministero ha dichiarato che l’imbarcazione è stata scortata verso un porto israeliano e che i passeggeri “torneranno nei loro Paesi d’origine”. Un messaggio pubblicato sulla piattaforma X ha descritto la nave come “lo ‘yacht dei selfie’ delle celebrità”, aggiungendo che tutti i passeggeri sono stati trattati con rispetto e riforniti di acqua e cibo.
Tuttavia, i membri dell’equipaggio hanno denunciato l’operazione come illegale. In una fotografia condivisa sui social media, si vedono i passeggeri seduti sull’imbarcazione con indosso giubbotti di salvataggio e le mani alzate. Rima Hassan, testimone diretta dell’accaduto, ha scritto: “Siamo stati arrestati dall’esercito israeliano in acque internazionali”. Huwaida Arraf, organizzatrice della Freedom Flotilla, ha commentato: “Israele non ha l’autorità legale per trattenere volontari internazionali a bordo della Madleen. Questi volontari non sono soggetti alla giurisdizione israeliana e non possono essere criminalizzati per aver fornito aiuti o sfidato un blocco illegale: la loro detenzione è arbitraria, illegale e deve cessare immediatamente”.
La nave Madleen era partita il 6 giugno dal porto di Catania, in Italia, con l’obiettivo dichiarato di raggiungere Gaza. L’equipaggio includeva attivisti di diverse nazionalità: oltre a Greta Thunberg e Rima Hassan, erano presenti il giornalista francese di Al Jazeera Omar Faiad, gli attivisti Yasemin Acar, Baptiste Andre, Thiago Avila, Pascal Maurieras, Yanis Mhamdi, Suayb Ordu, Sergio Toribio, Mark van Rennes e Reva Viard.
La FFC ha definito l’intervento israeliano un atto di pirateria in violazione del diritto internazionale. Gli attivisti hanno pubblicato video sui social media in cui descrivono l’operazione come un “rapimento”. Secondo le loro dichiarazioni, il sequestro in acque internazionali rappresenta una grave violazione della sovranità delle nazioni coinvolte e dei diritti umani fondamentali.
Il caso ha suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale. Da un lato, le autorità israeliane sostengono che il blocco navale sulla Striscia di Gaza sia una misura necessaria per garantire la sicurezza del Paese contro possibili traffici di armi diretti verso gruppi armati nella regione. Dall’altro lato, organizzazioni umanitarie e attivisti denunciano il blocco come una forma di punizione collettiva che aggrava le già difficili condizioni di vita della popolazione palestinese.
La relatrice speciale dell’ONU per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, ha espresso preoccupazione per l’accaduto. Sebbene non siano ancora state rilasciate dichiarazioni ufficiali da parte delle Nazioni Unite, l’episodio potrebbe riaccendere il dibattito internazionale sul rispetto dei diritti umani nella regione e sulla legittimità delle misure adottate da Israele per controllare l’accesso a Gaza.
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