Le ultime parole pronunciate da Franco Lollobrigida prima di stramazzare al suolo. Il 35enne è stato ucciso da Guglielmo Palozzi in via Roma a Rocca di Papa, Castelli Romani, Roma.
“È il polmone, non respiro”, sono state le ultime parole pronunciate da Franco Lollobrigida prima di stramazzare al suolo. Il 35enne è stato ucciso da Guglielmo Palozzi in via Roma a Rocca di Papa, vicino a piazza della Repubblica.
Stando a quanto ricostruito, Palozzi si trovava nel paese dei Castelli Romani, a sud di Roma, con il suo carretto per la pulizia delle strade, quando ha incontrato Lollobrigida in cima a una salita (forse casualmente, forse si erano dati appuntamento). Il giovane è stato colpito da un solo proiettile, alla schiena, che ha probabilmente colpito il polmone e sfiorato l’aorta. I testimoni sostengono che il ferito abbia fatto qualche passo, per una decina di metri, prima di crollare al suolo.
I clienti di un bar lo hanno visto e hanno prestato i primi soccorsi. Tra loro c’erano anche il sindaco e il vicesindaco di Rocca di Papa. Sono arrivate diverse ambulanze, ma per Lollobrigida non c’è stato nulla da fare. “Ho sentito un botto, quando mi sono affacciato mi hanno detto ‘hanno sparato a un ragazzo’, chiama aiuto”, è il racconto di un testimone.
Franco Lollobrigida è stato ucciso da Guglielmo Palozzi, padre di Giuliano, pestato a sangue nel gennaio del 2020. Lollobrigida era stato condannato in appello, per omicidio preterintenzionale, proprio per questo caso.
«Non so cosa sia potuto accadere oggi. Un gesto inconsulto da parte di Guglielmo Palozzi me lo sarei potuto aspettare dopo la sentenza di assoluzione. Ma non oggi, a distanza di pochi mesi dalla condanna in appello. Certamente, il dolore per la perdita del figlio è stato atroce. La famiglia, molto unita intorno a Giuliano, ha vissuto la sua morte in modo devastante. Non è derivata da un fatto immediato, ma dopo quasi sei mesi di lunghissima agonia, con una sofferenza enorme», ha dichiarato all’Adnkronos l’avvocato Fabrizio Federici, già legale della famiglia Palozzi.
«Giuliano Palozzi era l’anello debole della famiglia, che tutti cercavano di tutelare. La sua morte è stata un trauma molto forte. Lollobrigida, che ha scontato un periodo di detenzione molto breve, ha provocato al figlio del mio assistito gravissime lesioni al cranio, con lo sfondamento della mandibola e della zona tempio-laterale. Giuliano è andato subito in coma e non si è mai più ripreso», ha spiegato l’avvocato Federici.



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