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Garlasco, Alberto Stasi ottiene la semilibertà. La madre di Chiara Poggi: “Spero di non incrociarlo mai”



Alberto Stasi, 41 anni, ha ottenuto la semilibertà, come stabilito dal Tribunale di Sorveglianza di Milano. Stasi, condannato nel 2015 a 16 anni di carcere per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco, potrà trascorrere parte della giornata all’esterno del carcere per motivi di lavoro e per attività di reinserimento sociale. Tuttavia, dovrà rientrare ogni sera nel carcere di Bollate.



La decisione del tribunale è stata presa nonostante il parere negativo espresso dalla Procura Generale, che aveva sollevato preoccupazioni in merito a un’intervista rilasciata da Stasi al programma televisivo “Le Iene”. A quanto sembra, l’intervista sarebbe stata registrata durante un permesso premio, ma Stasi non avrebbe richiesto un’autorizzazione specifica per il colloquio andato in onda. Nonostante ciò, il direttore della Casa Circondariale di Bollate, Giorgio Leggieri, ha confermato che non sono state rilevate violazioni alle prescrizioni.

Il team legale di Stasi ha espresso soddisfazione per la decisione del tribunale. L’avvocata Giada Bocellari ha sottolineato che il provvedimento ha tenuto conto della questione dell’intervista, evidenziando che non era necessaria alcuna autorizzazione. “Siamo contenti e soddisfatti della decisione del tribunale della libertà”, ha dichiarato il team difensivo.

Inoltre, la legale ha aggiunto che i giudici hanno considerato che Stasi non ha alcun divieto di parlare con i giornalisti e che l’intervista in questione presentava toni pacati. “Mettiamo un punto – ha concluso l’avvocata – anche su questa strumentalizzazione delle dichiarazioni del procuratore generale, che non erano propriamente quelle che sono uscite. Aveva tutti i requisiti per accedere alla semilibertà e quindi bene così”.

Il tribunale ha anche osservato che, durante l’intervista, Stasi ha mostrato empatia nei confronti di Chiara Poggi, un fattore che ha contribuito alla decisione di non considerare l’intervista come una violazione delle regole.

La notizia della concessione della semilibertà è stata accolta con amarezza dalla famiglia Poggi. La madre di Chiara, Rita Preda, ha commentato: “L’abbiamo saputo poco fa. Proviamo solo, ancora una volta, tanta amarezza. Speriamo solo di non incontrarlo mai”.

La semilibertà, regolamentata dall’articolo 48 dell’Ordinamento Penitenziario, consente ai condannati di trascorrere parte della giornata all’esterno dell’istituto penitenziario per partecipare a attività lavorative, istruttive o di reinserimento sociale, sotto la responsabilità del direttore dell’istituto.

In un ulteriore sviluppo, le indagini sul delitto di Garlasco sono state riaperte nelle ultime settimane. All’inizio di marzo, è stato notificato un avviso di garanzia a Andrea Sempio, un amico del fratello della vittima, che era già stato indagato in passato, ma le accuse erano state archiviate. Ora, le indagini si concentrano su un possibile omicidio in concorso.

Nei giorni scorsi, si è svolta la prima udienza sull’incidente probatorio richiesto dalla Procura per eseguire nuovi accertamenti su oggetti che non erano stati sottoposti ad analisi genetica o avevano fornito risultati inconcludenti. Grazie ai recenti progressi nella sensibilità analitica dei kit commerciali di caratterizzazione del profilo di DNA e della strumentazione di laboratorio, questi oggetti possono ora essere riesaminati. È importante notare che non sono mai stati comparati con il DNA dell’attuale indagato.



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