Una nuova scoperta dei ricercatori potrebbe un giorno permettere ai medici di riparare i cuori danneggiati con una semplice iniezione. Il team ha individuato una proteina, precedentemente ritenuta utile solo per la formazione dei neuroni, che svolge un ruolo fondamentale nel trasformare il tessuto cicatriziale in muscolo cardiaco sano. Questa proteina, chiamata Ascl1, si rivela particolarmente efficace se combinata con un’altra proteina già nota, Mef2c, aumentando significativamente la capacità di riprogrammare le cellule che producono cicatrici in cellule muscolari cardiache funzionanti.
Dopo un infarto o una malattia cardiaca cronica, il cuore si riempie di tessuto cicatriziale rigido prodotto dai fibroblasti. Queste cellule rendono il cuore rigido e incapace di pompare correttamente, spesso portando all’insufficienza cardiaca. Da anni gli scienziati cercano di riprogrammare i fibroblasti per trasformarli in cardiomiociti, ovvero vere cellule muscolari del cuore. Tuttavia, questo nuovo studio ha rivelato una scorciatoia. Quando Ascl1 è stato aggiunto al mix di proteine già utilizzato per la riprogrammazione, il tasso di conversione dei fibroblasti in cellule cardiache è aumentato di oltre dieci volte. Ancora meglio, i ricercatori hanno scoperto che Ascl1 e Mef2c da soli erano sufficienti per ottenere il risultato, riducendo il cocktail originale da tre proteine a due.
Ciò che rende questa scoperta davvero entusiasmante è che Ascl1 era originariamente conosciuto per la sua capacità di generare neuroni, non cellule cardiache. Questo suggerisce che alcune proteine possano essere più versatili di quanto si pensasse in precedenza. Combinando Ascl1 con Mef2c, la proteina cambia il suo “focus” e attiva geni legati al cuore invece di quelli legati ai neuroni. Questa scoperta apre la strada a metodi più semplici e sicuri per rigenerare tessuti danneggiati, non solo nel cuore, ma anche potenzialmente nel fegato, nei polmoni, nei reni e persino nel cervello.
L’obiettivo finale è creare una versione sintetica di queste due proteine, che potrebbe essere iniettata direttamente negli organi danneggiati per favorire la loro guarigione dall’interno. Questo approccio potrebbe rivoluzionare i trattamenti per l’insufficienza cardiaca e molte altre malattie causate dal tessuto cicatriziale. Lo studio è stato guidato da Li Qian presso la UNC School of Medicine ed è stato pubblicato sulla rivista “Cell Stem Cell”.
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