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“Ha capito che stava per morire”: Soncin aveva pianificato da una settimana la spedizione per uccidere Pamela Genini



Oggi, giovedì 16 ottobre, il giudice per le indagini preliminari di Milano, Tommaso Perna, ha convalidato il fermo di Gianluca Soncin, accusato dell’omicidio pluriaggravato della 29enne Pamela Genini. La decisione del gip è stata influenzata da elementi particolarmente inquietanti emersi durante le indagini.



Il tragico evento si è verificato il 14 ottobre, quando Pamela Genini era al telefono con il suo ex fidanzato. Intorno alle 22:00, la donna è stata assalita dall’attuale compagno, Soncin, che l’ha immobilizzata con un coltello puntato alla gola. L’ex fidanzato, preoccupato dalle grida disperate di Pamela, ha immediatamente contattato le forze dell’ordine. Quando la polizia ha citofonato, Pamela è riuscita a pronunciare solo “È Glovo”, un tentativo disperato di segnalare la situazione di pericolo. Tuttavia, in quel momento, Soncin ha aggredito mortalmente la giovane, trascinandola sul terrazzo mentre i condomini assistono impotenti alla scena.

Secondo le indagini, Soncin avrebbe inferto alla vittima ben 24 coltellate, molte delle quali non hanno colpito organi vitali, causando così una sofferenza prolungata a Pamela, che ha realizzato di stare per morire. Il giudice Perna ha sottolineato che questa consapevolezza è sufficiente per considerare l’aggravante della crudeltà nell’atto.

Il gip ha descritto l’omicidio come un atto “crudele”, evidenziando che si è trattato di una vera e propria “spedizione” pianificata da Soncin almeno una settimana prima. La preparazione per il crimine è stata meticolosa, come dimostrato dal fatto che l’imprenditore 52enne si era procurato un duplicato delle chiavi dell’appartamento di Pamela. Il giudice ha scritto che la motivazione alla base di tale azione è “futile e bieca, non meritando alcun tipo di comprensione umana”.

Inoltre, il giudice ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione, poiché Soncin era “munito di ben due coltelli a serramanico”, uno dei quali è stato lasciato nell’abitacolo della sua auto, mentre l’altro è stato portato direttamente all’appartamento della vittima.

La custodia cautelare in carcere per Soncin è stata convalidata anche a causa del “pericolo” che egli possa prendere di mira ulteriormente l’ex fidanzato di Pamela. Il giudice ha ritenuto che il movente che ha spinto Soncin a commettere l’omicidio sia riconducibile a un atteggiamento possessivo, esprimendo il pensiero che la sua filosofia fosse “o con me o con nessun altro”. Inoltre, si è appreso che Soncin avrebbe minacciato di morte la madre della vittima, un ulteriore elemento che ha contribuito alla decisione di mantenere l’uomo in custodia cautelare.

Intanto, è stata disposta l’autopsia sul corpo di Pamela Genini, che avrà luogo il prossimo 20 ottobre. Questo tragico evento ha suscitato una forte reazione nell’opinione pubblica, evidenziando ancora una volta la necessità di affrontare con urgenza il problema della violenza di genere. La brutalità del crimine e la premeditazione dimostrano quanto sia fondamentale intervenire per proteggere le vittime di violenza domestica e per garantire che giustizia venga fatta.

Le autorità e gli attivisti continuano a lottare per una maggiore consapevolezza riguardo alla violenza di genere, chiedendo che vengano adottate misure più severe per prevenire tali tragedie in futuro. La comunità di Milano è in lutto per la perdita di Pamela Genini, e ci si aspetta che il processo contro Soncin porti alla luce ulteriori dettagli su questa tragica vicenda.



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