L’ex chirurgo Joël Le Scouarnec, accusato di aver abusato sessualmente di almeno 299 bambini durante la sua carriera in Francia, sta affrontando un processo che ha suscitato grande attenzione mediatica. Il 74enne, che ha già ammesso alcune delle accuse, ha dichiarato di aver “approfittato” del suo ruolo professionale, pur sostenendo di aver sempre cercato di svolgere la sua attività medica nel miglior modo possibile.
Durante l’udienza, Le Scouarnec ha affermato: “Questo non può in alcun modo giustificare i crimini che ho commesso. So che può sembrare difficile da capire, ma voglio sottolineare che la mia perversione è separata dalla mia attività professionale e non ha avuto alcun impatto su quest’ultima.” Queste parole evidenziano la complessità della sua posizione, mentre il processo prosegue con accuse di stupro aggravato e aggressione sessuale aggravata.
Il procedimento, iniziato il 24 febbraio, si concentra su crimini che risalirebbero al periodo in cui Le Scouarnec esercitava come chirurgo, tra il 1986 e il 2014. Le accuse riguardano eventi verificatisi sia durante visite mediche che interventi chirurgici, e la maggior parte delle sue vittime aveva meno di 15 anni, con un’età media di 11 anni. Molti dei bambini erano stati sottoposti ad anestesia, il che ha reso le loro esperienze particolarmente vulnerabili.
Dopo il suo pensionamento nel 2017, quando sono emerse le prime accuse di violenza sessuale, le indagini della polizia hanno rivelato diari dettagliati che contenevano resoconti degli abusi perpetrati su pazienti. Questi documenti, custoditi in taccuini e su computer, hanno fornito prove schiaccianti contro di lui.
Le Scouarnec ha dichiarato che i suoi colleghi lo consideravano un chirurgo “nella media, né particolarmente brillante né mediocre”. Riferendosi alla sua reputazione professionale, ha ammesso: “Li ho traditi tutti. Ho mentito per nascondere le mie azioni e mi scuso con loro per quanto ho fatto. Pensavano che fossi qualcuno, ma in realtà sono la persona che avete davanti, quella che ha commesso questi crimini.” Queste dichiarazioni rivelano il conflitto interiore e la consapevolezza delle sue azioni.
In un ulteriore sviluppo, Le Scouarnec ha espresso la sua disponibilità a riconoscere ulteriori accuse che aveva cercato di nascondere o negare, affermando: “Sono pronto. Ho finito di mentire.” Questa ammissione suggerisce una volontà di affrontare le conseguenze delle sue azioni, sebbene il dolore e il trauma inflitti alle sue vittime rimangano innegabili.
Già condannato nel 2020 a Saintes per abusi su quattro bambini, tra cui due nipoti, Le Scouarnec è ora sotto processo per crimini commessi in diversi ospedali dell’ovest della Francia, in particolare in Bretagna. La gravità delle accuse e il numero delle vittime hanno suscitato indignazione e preoccupazione nella società, portando a una riflessione più ampia sulla protezione dei minori e sulla responsabilità dei professionisti della salute.
Il processo di Le Scouarnec continua a essere un tema caldo nei media, evidenziando la necessità di garantire che simili atrocità non si ripetano in futuro. La testimonianza delle vittime e le ammissioni dell’imputato pongono interrogativi cruciali sulla fiducia riposta nei professionisti della salute e sulle misure di protezione necessarie per salvaguardare i più vulnerabili.
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