Con l’approvazione definitiva del Decreto Sicurezza, sono entrate in vigore nuove norme che riguardano diversi settori, tra cui quello della cannabis light. Le infiorescenze di canapa a basso contenuto di THC, che non sono considerate droghe, sono ora soggette a restrizioni significative. La legge vieta la vendita, l’importazione, la lavorazione e il consumo delle infiorescenze, sia in forma secca che tritata, e dei prodotti derivati come oli e estratti. Rimangono consentiti solo la produzione industriale per usi legali e la coltivazione agricola di semi.
La finalità dichiarata della legge è prevenire possibili “alterazioni dello stato psicofisico” derivanti dall’uso di cannabis light, che potrebbero compromettere la sicurezza pubblica e stradale. Il decreto modifica una legge del 2016, restringendone l’applicazione alla sola filiera industriale. Le restrizioni includono il divieto di “importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna” delle infiorescenze. Quindi, è illegale acquistare, vendere, trasportare o consumare cannabis light, nonostante non ci siano prove di effetti nocivi per la salute.
Le nuove disposizioni prevedono sanzioni severe per chi trasgredisce. Le violazioni sono punite con le stesse pene previste per le sostanze stupefacenti. Chi produce, traffica o detiene illegalmente cannabis light rischia multe da 26mila a 260mila euro e pene detentive da sei a vent’anni, ridotte in casi di lieve entità. Inoltre, il reato di associazione per traffico illecito di sostanze, inclusa la cannabis light, comporta almeno vent’anni di carcere per i capi e dieci per i membri. Anche l’agevolazione dell’uso di tali sostanze può portare a sanzioni, come il ritiro della patente fino a tre anni.
Ulteriori aggravanti si applicano se la sostanza è distribuita a minorenni o vicino a scuole, carceri e ospedali. Le regole severe per lo spaccio di droghe si estendono alla cannabis light, che fino a poco tempo fa era venduta legalmente in molti negozi. Le nuove normative hanno suscitato proteste da parte delle opposizioni politiche e delle associazioni di settore, che contestano l’equiparazione della cannabis light alle droghe pesanti e la limitazione delle libertà commerciali e personali.
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