Un’immagine straziante ha catturato l’attenzione del mondo, mostrando un bambino scalzo che cammina tra le macerie di Gaza City, con la sorellina sulle spalle e il viso rigato di lacrime. Questa scena, immortalata dal fotografo palestinese Ahmed Younis, è diventata un simbolo del massacro in corso nella regione. Nel video, il piccolo appare esausto mentre si fa strada lungo una strada distrutta, con un orizzonte grigio che fa da sfondo alla sua fuga disperata.
La situazione a Gaza è diventata critica dopo che l’esercito israeliano ha fatto il suo ingresso nella città nella notte del 16 settembre. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno annunciato che continueranno a usare “una forza senza precedenti” e hanno esortato i residenti a “evacuare verso Sud”. Tuttavia, la maggior parte dei civili è rimasta intrappolata nella città, priva di un luogo sicuro dove rifugiarsi o impossibilitata a muoversi a causa della situazione.
Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, Israele ha chiuso l’unica via di accesso tra la Cisgiordania e la Giordania, mentre l’autorità aeroportuale israeliana ha comunicato che il ponte di Allenby rimarrà chiuso fino a nuovo avviso. Anche i valichi di confine tra Israele e la Giordania sono stati interessati dalle restrizioni, con l’unico valico di Rabin aperto solo per i lavoratori.
@momentidicasaBimbo scalzo e in lacrime fugge tra le macerie con la sorellina in spalla- le immagini dell’esodo da Gaza ♬ suono originale – Momenti di famiglia
Nel contesto internazionale, gli Stati Uniti hanno espresso la loro opposizione a una bozza di risoluzione presentata al Consiglio di Sicurezza dell’ONU da dieci membri non permanenti. Questa proposta chiedeva a Israele di revocare immediatamente tutte le restrizioni sugli aiuti umanitari a Gaza e di garantire la distribuzione sicura e senza ostacoli degli stessi. La bozza ha ottenuto 14 voti favorevoli, ma ha visto l’unico voto contrario degli Stati Uniti, che hanno sostenuto che il testo non condannerebbe Hamas e creerebbe un “falso parallelo tra Israele e Hamas”.
Prima del voto, i membri non permanenti del Consiglio, tra cui Sud Corea, Danimarca, Slovenia, Guyana, Algeria, Grecia, Sierra Leone, Pakistan, Panama e Somalia, hanno affermato che la carestia a Gaza è una realtà innegabile e hanno denunciato l’escalation delle operazioni militari israeliane. “È un fallimento umano e umanitario che ci ha spinto ad agire oggi. Questo è il prodotto di settimane di negoziati, con l’unico scopo di alleviare le sofferenze. Dobbiamo mandare il messaggio che il Consiglio di sicurezza non volta le spalle agli affamati, agli ostaggi e al cessate il fuoco”, hanno dichiarato.
La situazione umanitaria a Gaza continua a deteriorarsi, con migliaia di civili che si trovano in condizioni disperate. Le immagini di bambini e famiglie in fuga tra le macerie hanno suscitato indignazione e preoccupazione a livello globale. Organizzazioni umanitarie stanno lanciando appelli per un intervento immediato, sottolineando la necessità di garantire l’accesso agli aiuti e di proteggere i diritti dei civili.
Nel frattempo, il conflitto ha portato a una crescente polarizzazione delle opinioni a livello internazionale, con manifestazioni e proteste che si sono diffuse in molte città del mondo. I manifestanti chiedono un immediato cessate il fuoco e un intervento umanitario per alleviare le sofferenze dei civili a Gaza.
La comunità internazionale si trova di fronte a una sfida complessa, con la necessità di bilanciare le legittime preoccupazioni per la sicurezza di Israele con la protezione dei diritti umani e la necessità di assistenza per i civili palestinesi. Le parole del presidente degli Stati Uniti e dei leader mondiali saranno fondamentali per determinare il futuro della regione e per affrontare la crisi umanitaria in corso.



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