La 50enne di origini cingalesi, Chamila Wijesuriya, è stata trovata morta nel Parco Nord di Milano con segni di violenza. Un detenuto, Emanuele De Maria, è indagato.
“Quando l’ho chiamata alle 15.20 di venerdì era con lui. Mi ha detto: ‘Sto uscendo dalla palestra’ “. Queste le parole del marito di Chamila Wijesuriya, una donna di 50 anni con origini cingalesi, scomparsa lo scorso venerdì e purtroppo rinvenuta senza vita domenica 11 maggio nel Parco Nord di Milano. Il corpo presentava diversi tagli alla gola e ai polsi. Le autorità hanno avviato un’indagine per omicidio e un fascicolo è stato aperto contro Emanuele De Maria, un detenuto che si è tolto la vita gettandosi dal Duomo. Quest’ultimo era già ricercato per aver accoltellato un collega all’esterno dell’Hotel Berna a Milano.
Il marito della vittima ha continuato a raccontare a Fanpage.it: “Era il suo giorno libero. Quando mi ha chiamato ho capito che in realtà non era andata in palestra”. Ha espresso il timore che De Maria possa averla minacciata per costringerla a uscire di casa, forse per proteggere la famiglia. Le telecamere di sorveglianza sembrano confermare questa ipotesi: l’ultima volta in cui Chamila Wijesuriya è stata vista, era alle 15:13 di venerdì 9 maggio in compagnia di Emanuele De Maria, in via Massimo Gorki a Cinisello Balsamo, mentre si dirigevano verso casa.
Le immagini mostrano i due camminare sotto la pioggia in una delle strade immerse nel verde del Parco Nord, all’estrema periferia di Milano. Tuttavia, poco dopo, intorno alle 17:00, le stesse telecamere hanno ripreso De Maria da solo all’imbocco della stazione Bignami della metropolitana, senza Wijesuriya. Dalle indagini è emerso che prima di prendere la metropolitana, De Maria avrebbe fatto una telefonata alla madre dicendo: “Vi chiedo perdono, ho fatto una caz***a”.
L’indagine sulla morte di Chamila Wijesuriya ha portato alla luce ulteriori dettagli. La Procura ha dichiarato: “Emanuele De Maria avrebbe pianificato di uccidere lei e il collega”. Il marito della vittima ha descritto la moglie come una persona amata da tutti i colleghi: “Chamila era amata da tutti i dipendenti, parlava con tutti. Se succedeva qualcosa la chiamavano. Dava fiducia, questo l’ha portata a questa tragedia”. Ha inoltre sottolineato di non essere a conoscenza di eventuali problemi all’interno dell’hotel dove lavoravano entrambi.
Nonostante i sospetti che potevano sorgere, il marito ha dichiarato: “Non so cosa sia successo in quell’albergo perché non so niente, lei non mi ha detto niente. Non avevo sospetti altrimenti sarei intervenuto. L’unica cosa che le ho detto due anni fa quando ho saputo che era arrivato De Maria, che era condannato per omicidio volontario, è stato di stare attenta”. Entrambi lavoravano presso l’Hotel Berna, situato in via Napo Torriani, vicino alla stazione Centrale. De Maria aveva un permesso di lavoro diurno dal carcere di Bollate mentre Chamila Wijesuriya lavorava come barista dal 2006.
Il marito ha concluso il suo racconto a Fanpage.it con parole toccanti: “Era un’ottima moglie e una perfetta mamma. La amavo molto, era la mia vita. Rimarrà con me per sempre”. La tragica morte di Chamila Wijesuriya ha lasciato un vuoto profondo nella sua famiglia e tra i suoi colleghi, mentre le indagini proseguono per fare luce su quanto accaduto e sulla responsabilità di Emanuele De Maria in questa drammatica vicenda.
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