Il sovrintendente Nicola Colabianchi aveva anticipato la situazione, ma è stato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, a mettere un punto fermo: non ci sarà alcuna mediazione per Beatrice Venezi. Rispondendo a una domanda diretta riguardo a una possibile nomina al Teatro Verdi di Trieste, Giuli ha affermato: «Falso». «Beatrice resterà alla Fenice e sarà la principessa di Venezia. Anzi, appena verrà messa alla prova, se ne innamoreranno persino gli orchestrali». Questa dichiarazione è stata rilasciata in un’intervista al quotidiano Il Foglio.
La notizia di un’alternativa per risolvere la controversia era stata diffusa da La Stampa, che aveva indicato il Teatro di Trieste come possibile soluzione per placare le proteste degli orchestrali veneziani e non sminuire la giovane direttrice. Tuttavia, Giuli ha promesso di non cedere alle pressioni della piazza, specialmente dopo la manifestazione di oltre 500 persone che si è svolta lunedì scorso. «Beatrice Venezi ha un carattere forte, ce la farà. È una donna dura», ha aggiunto il ministro.
Il Ministero della Cultura ha quindi ribadito il proprio supporto a Beatrice Venezi, la quale continua a essere osteggiata da alcuni membri dell’orchestra della Fenice. Anche il sindacato Ugl, vicino al centrodestra, ha espresso solidarietà nei confronti della direttrice. «Solidarietà umana e professionale nei confronti di Beatrice Venezi, perché nessun artista deve essere messo alla gogna per il proprio ruolo o per le proprie scelte artistiche», ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl.
Capone ha anche manifestato la propria contrarietà alla manifestazione contro la nomina di Venezi, sottolineando che «la militanza contro una persona non è mai uno strumento legittimo di confronto culturale». Ha proseguito affermando che il merito, la professionalità e la libertà creativa non devono essere limitati da pregiudizi o logiche punitive. Il riferimento è chiaramente alla manifestazione di lunedì, organizzata da coloro che si oppongono alla nomina di Venezi, con una forte presenza di membri della Cgil.
Ugl ha affermato che «la musica è un elemento identitario del Paese e non può essere ostaggio di campagne demolitorie». Inoltre, ha ribadito l’importanza di tutelare il talento, il lavoro e l’esercizio della libera espressione artistica, affermando che «vanno tutelati e riconosciuti in modo pieno, senza eccezioni e senza strumentalizzazioni».
In risposta alle tensioni, è prevista una contromanifestazione. Mercoledì, alle 11.30, l’Ugl ha organizzato una conferenza stampa all’Hotel Nazionale in Piazza Montecitorio a Roma, intitolata “La musica non cambia – Il caso Venezi”. Capone ha spiegato che l’obiettivo dell’incontro è quello di sostenere i professionisti che ogni giorno lavorano con impegno nel settore, affermando che «questo caso dimostra ancora una volta che la musica e i lavoratori devono tornare protagonisti».
Nonostante il sostegno ricevuto, la Rsu della Fenice non intende cedere. I musicisti hanno richiesto un incontro con il presidente della Regione Luca Zaia per discutere le loro preoccupazioni riguardo alla nomina di Venezi per il triennio 2026-2030 e per cercare supporto nella loro opposizione al sovrintendente Colabianchi, il quale, però, continua a godere della fiducia del governo. Dallo staff del governatore è stato comunicato che una decisione in merito alla richiesta di incontro sarà presa nella giornata di oggi.



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