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“Il problema resta Zelensky” – Orsini anticipa gli scenari del vertice Putin-Trump



L’Italia ha deciso di procedere con la costruzione del ponte sullo stretto di Messina, un’infrastruttura colossale che suscita preoccupazioni in un contesto geopolitico teso. Mentre l’Europa si prepara a una possibile escalation del conflitto con la Russia, il progetto del ponte appare vulnerabile a potenziali attacchi russi. In questo scenario, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin potrebbero avere molto da discutere.



Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a fare pressioni per una risoluzione pacifica del conflitto, esprimendo la sua frustrazione per la situazione attuale. “La nostra posizione comune con i nostri partner è assolutamente chiara: la guerra deve finire”, ha dichiarato Zelensky. Tuttavia, nei primi tre anni di conflitto, il presidente ucraino ha criticato coloro che suggerivano di negoziare con Putin, promettendo di sconfiggere la Russia. Oggi, la sua retorica è cambiata, con affermazioni come: “I russi ci stanno semplicemente uccidendo tutti”, evidenziando un passaggio da una posizione di fiducia a una di disperazione.

Questa evoluzione della narrativa di Zelensky suggerisce che la NATO potrebbe aver commesso un errore nel rifiutare la diplomazia come strumento per affrontare Putin. Le prospettive per un incontro tra Trump e Putin non sono particolarmente ottimistiche. Un fattore chiave è che Trump non ha il controllo sulle decisioni di Zelensky. Il 6 agosto 2024, Zelensky ha invaso la regione di Kursk senza informare Biden, e il 1° giugno 2025 ha distrutto bombardieri strategici russi senza consultare Trump.

Tuttavia, la situazione sta cambiando. Zelensky sembra avvertire un imminente crollo della sua posizione e il suo desiderio di avvicinarsi a Trump per cercare assistenza cresce. Ogni giorno, egli chiede una tregua, esprimendo disperazione. Questo contesto aiuta a spiegare perché Steve Witkoff, inviato speciale di Trump, abbia proposto a Putin di interrompere almeno i lanci di missili. La distruzione delle infrastrutture vitali in Ucraina aumenta il rischio di una rivolta popolare a Kiev.

Le perdite umane al fronte non sembrano generare una protesta collettiva; al contrario, gli ucraini cercano di evitare di andare in guerra. La distruzione delle infrastrutture, tuttavia, colpisce tutti, non solo coloro che potrebbero essere arruolati. Zelensky ha concentrato quasi tutti i sistemi Patriot a Kiev, temendo una rivolta popolare nella capitale. Tuttavia, egli invoca una tregua senza offrire concessioni in cambio.

Quattro principali problematiche emergono dall’eventuale incontro tra Trump e Putin. Per prima cosa, Putin non è certo che Trump possa influenzare Zelensky. Inoltre, Zelensky non propone alcuna concessione per fermare la guerra, mentre Putin sembra avere il sopravvento. Infine, Putin è consapevole che una tregua potrebbe permettere all’Europa di rifornire Ucraina di armi. Questo scenario, sebbene svantaggioso per la Russia, potrebbe essere sfruttato per accumulare missili da utilizzare successivamente.

Immaginando una tregua di tre mesi, Putin potrebbe lanciare attacchi aerei con droni e missili accumulati, rendendo difficile immaginare come la diplomazia possa fermare un conflitto in cui la Russia ha già annesso quattro regioni ucraine. Inoltre, è difficile prevedere come Putin possa accettare di fermare le ostilità mentre l’Europa continua a firmare contratti per armare Ucraina.

L’obiettivo ufficiale dell’Europa è quello di trasformare Ucraina in uno dei paesi più armati dell’Occidente. Le sanzioni secondarie promosse da Trump contro gli alleati di Putin non sono altro che una manifestazione di impotenza. Queste sanzioni rappresentano un intervento indiretto, poiché Trump non può intervenire direttamente nel conflitto.

In questo contesto, la strategia di Zelensky appare confusa. Egli cerca di ottenere una tregua senza concedere nulla in cambio. Tre elementi evidenziano questa strategia. In primo luogo, Zelensky utilizza una retorica emotiva per suscitare compassione: “I russi ci stanno semplicemente uccidendo tutti”. In secondo luogo, la sua nuova retorica sottolinea che “la vita umana è importantissima e non può essere sprecata in guerra”, contraddicendo le sue precedenti affermazioni che celebravano il sacrificio al fronte. Infine, Zelensky chiede una tregua a Trump, piuttosto che a Putin, e si aspetta che Trump faccia pressioni affinché non vengano fatte concessioni.



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