Il conflitto in Ucraina continua a generare tensioni e preoccupazioni, in particolare per il presidente Volodymyr Zelensky, che ha recentemente espresso la sua urgenza di incontrare Vladimir Putin per cercare di fermare la guerra. Questa richiesta, secondo il professor Alessandro Orsini, riflette una profonda disperazione da parte di Zelensky, che si trova ad affrontare diverse sfide critiche.
Una delle principali ragioni della sua preoccupazione è la posizione di Donald Trump, il quale sembra non avere intenzione di investire risorse significative per sconfiggere la Russia. Nonostante le aspettative di alcuni media, come il Corriere della Sera, che esaltano gli insulti di Trump verso Putin, la realtà è che l’ex presidente americano non ha piani concreti per un intervento decisivo. In effetti, Trump sta considerando di vendere alcuni sistemi di difesa Patriot alla Germania, affinché questi possano essere trasferiti a Zelensky. Tuttavia, come sottolinea Orsini, questo non rappresenta un vero supporto, poiché “Trump non investirà mai per sconfiggere la Russia”, limitandosi a operazioni superficiali.
Per comprendere il comportamento di Trump, Orsini suggerisce di applicare le teorie di Machiavelli. Secondo il professore, Meloni e altri leader italiani si rivolgono a Trump con la speranza di ricevere un aiuto concreto per l’Ucraina, ma in realtà stanno cercando di ottenere il consenso dell’ex presidente, che deve apparire compassionevole agli occhi dell’opinione pubblica. “Il Principe deve essere spietato, ma deve anche fingersi compassionevole”, afferma Orsini, evidenziando come il potere politico si basi su una combinazione di forza e consenso.
Inoltre, Zelensky è consapevole che la situazione sta rapidamente deteriorandosi. Con il passare del tempo, la Russia sta diventando sempre più forte, mentre l’Ucraina si trova in una posizione sempre più precaria. “Per ogni passo avanti, l’Ucraina farà due passi indietro”, ha spiegato Orsini, sottolineando che la risposta russa al fuoco ucraino è sempre più intensa. Questa dinamica ha portato Zelensky a cercare un incontro immediato con Putin.
Un’altra preoccupazione per Zelensky è il cambiamento nella posizione degli Stati Uniti nei confronti del conflitto. Mentre Trump afferma che questa non è la sua guerra, la Cina sembra assumere un ruolo più attivo. Xi Jinping ha chiarito che la Cina non può permettere che la NATO prevalga in Ucraina, esprimendo un crescente interesse nel conflitto. Questo cambiamento di equilibrio geopolitico è preoccupante per Zelensky, che vede diminuire il supporto occidentale mentre la Cina si prepara a rafforzare la propria posizione.
La controffensiva ucraina, avviata il 5 giugno 2023, ha segnato un punto di svolta nella guerra. Nonostante il supporto fornito dalla NATO, la risposta ucraina ha avuto risultati deludenti, portando Orsini a dichiarare che “l’Ucraina è morta allora”. Secondo lui, la NATO ha gettato l’Ucraina nelle fauci della Russia, ma c’è una differenza fondamentale: “Essere gettati in pasto ai lupi da un Principe buono è meglio che da un Principe cattivo”.
L’Unione Europea si trova attualmente in una posizione difficile. Orsini sostiene che l’Europa avrebbe potuto vincere la guerra in due modi: attraverso le armi o la retorica. Tuttavia, con la Russia che ha ridotto il potenziale militare europeo e le recenti crisi che hanno svuotato i magazzini americani, l’Unione Europea si trova priva di risorse. “Non ha le armi e non ci sono più parole”, osserva Orsini, evidenziando l’impotenza dell’Europa in questo contesto.
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