In un incontro telefonico di due ore e mezza, il presidente russo Vladimir Putin ha ottenuto significativi risultati diplomatici, convincendo il suo omologo statunitense, Donald Trump, a non trasferire missili alle forze ucraine o a venderli agli alleati europei. Secondo quanto riportato da Reuters, questa conversazione ha generato un certo allarmismo a Bruxelles, dove i leader europei temono che gli Stati Uniti possano cedere alle pressioni di Mosca. Trump ha dichiarato in un briefing che gli Stati Uniti hanno un “disperato bisogno di missili Tomahawk” e ha avvertito: “non possiamo esaurire le nostre scorte di questi missili”.
Le conseguenze di tali affermazioni si sono fatte sentire immediatamente, con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e la premier estone, Kaja Kallas, che hanno mostrato segni di nervosismo. Dopo il colloquio, Putin e Trump hanno concordato su diversi punti, tra cui l’organizzazione di un incontro faccia a faccia a Budapest. Viktor Orbán, il primo ministro ungherese, ha mantenuto una posizione neutrale nel conflitto ucraino e ha già avviato i preparativi per il “vertice di pace”, invitando gli altri paesi europei a partecipare attivamente ai colloqui con Mosca.
In aggiunta, è previsto un incontro tra i ministri degli Esteri, con Sergej Lavrov e Marco Rubio che si incontreranno la prossima settimana, come confermato dal consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov. Un altro punto discusso è stata la questione dei missili Tomahawk, con Trump che ha riconosciuto la ferma opposizione di Putin al trasferimento di missili a lungo raggio all’Ucraina.
Le questioni economiche sono state toccate in modo più vago. Tuttavia, il capo negoziatore russo, Kirill Dmitriev, ha menzionato il progetto del tunnel dello Stretto di Bering, un’iniziativa ambiziosa che potrebbe essere completata entro il 2033, con un costo stimato di 8 miliardi di dollari. Questo progetto rappresenta un’opportunità di cooperazione bilaterale tra Russia e Stati Uniti, ma i dettagli specifici delle discussioni economiche rimangono poco chiari.
Un aspetto preoccupante emerso dopo la telefonata è la riduzione del personale nelle agenzie governative statunitensi. Secondo il Financial Times, i tagli hanno interessato oltre 1.300 persone, comprese quelle del Consiglio di Sicurezza Nazionale e del Dipartimento di Stato, riducendo significativamente la capacità analitica degli Stati Uniti riguardo alla Russia e all’Ucraina. Questa carenza di esperti potrebbe aver contribuito al fallimento degli Stati Uniti nel raggiungere accordi significativi durante il vertice di Anchorage.
Nonostante ciò, alcuni analisti, come riportato da Euronews, suggeriscono che l’approccio audace di Trump potrebbe rivelarsi vantaggioso. Infatti, il presidente americano ha recentemente spostato la sua attenzione dall’Medioriente all’Ucraina, dopo il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Trump ha identificato l’“intransigenza” della Russia come un ostacolo chiave e ha considerato varie opzioni per esercitare pressione su Mosca, incluso il trasferimento dei missili Tomahawk.
La conversazione tra Trump e Putin si è svolta in un contesto di retorica sempre più dura da parte del presidente americano. Negli ultimi tempi, Trump ha proposto la creazione di un fondo di aiuti per l’Ucraina, finanziato dai dazi statunitensi sui prodotti cinesi. Inoltre, il leader repubblicano del Senato, John Thune, ha manifestato la sua intenzione di proporre un disegno di legge per imporre sanzioni ai paesi che acquistano energia dalla Russia, conferendo a Trump l’autorità di applicare dazi fino al 500% su tali importazioni.
Infine, un’altra telefonata della Casa Bianca al primo ministro indiano Narendra Modi ha contribuito a intensificare le pressioni su Mosca. Trump ha affermato che Modi aveva accettato di non acquistare petrolio russo, ma il primo ministro indiano ha smentito questa affermazione, confermando che gli acquisti di petrolio dalla Russia continueranno.



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