L’eurodeputata Ilaria Salis, rappresentante di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana, ha recentemente espresso il suo disappunto nei confronti del governo italiano, in particolare nei confronti del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. La sua reazione è arrivata dopo la conferma della sua immunità parlamentare da parte del Parlamento Europeo, un provvedimento che la protegge da un processo in Ungheria, dove è accusata di aver aggredito alcuni militanti neonazisti.
In un post pubblicato su X, Salis ha affermato: “Salis chiama, Nordio risponde? Finora ho sentito solo insulti e falsità: si ripete che io voglia sottrarmi alla Giustizia”. L’eurodeputata ha chiarito la sua posizione, sottolineando che la sua richiesta è “semplice e chiara”: desidera essere processata in Italia, avvalendosi di tutte le garanzie democratiche previste dal sistema giuridico nazionale. Ha aggiunto: “Non in un regime”, riferendosi alle condizioni legali in Ungheria.
Salis ha insistito sulla possibilità di procedere con il processo in Italia, affermando che l’immunità parlamentare non rappresenta un ostacolo per le autorità italiane, ma piuttosto una questione di volontà politica. “Si può fare, e si può fare subito. L’immunità parlamentare europea non lo impedisce. Tutto dipende dalla volontà delle autorità italiane. Resto in attesa di sapere che ne pensano”, ha scritto.
La situazione ha sollevato interrogativi sulle motivazioni politiche dietro la gestione della vicenda da parte delle autorità. Salis ha espresso preoccupazione che la sua situazione possa essere strumentalizzata per fini propagandistici. “Altrimenti – prosegue – il sospetto è inevitabile: che qualcuno utilizzi la mia vicenda per fare becera propaganda politica, mentre altri intendono la giustizia (sic) come quella di Orbán e il loro unico desiderio è vedere marcire, nelle galere di un regime straniero, una connazionale e un avversario politico. Che razza di patrioti…”, ha concluso.
Prima delle dichiarazioni di Salis, i suoi avvocati avevano già contattato il guardasigilli, evidenziando che il voto del Parlamento europeo conferma che in Ungheria non è possibile garantire un giusto processo per Ilaria Salis. Hanno quindi sollecitato un seguito alla richiesta della loro assistita di essere processata in Italia. Al momento, una interrogazione parlamentare rimane senza risposta, e gli avvocati attendono di conoscere la posizione del ministro della Giustizia.
Con la conferma dell’immunità, il processo contro Salis resta sospeso finché lei manterrà il suo incarico di eurodeputata. Tuttavia, una volta terminato il suo mandato, l’accusa di aggressione nei confronti dei militanti neonazisti in Ungheria potrà riprendere il suo corso legale. Questo scenario ha portato a un acceso dibattito sull’efficacia della giustizia e sul rispetto dei diritti fondamentali, non solo per Salis, ma anche per altri cittadini italiani in situazioni simili.
La vicenda di Ilaria Salis non è solo una questione legale, ma anche un tema di rilevanza politica che tocca le relazioni tra Italia e Ungheria. La sua richiesta di essere processata nel suo paese solleva interrogativi sul rispetto dei diritti umani e sull’indipendenza della giustizia in contesti politici complessi. La questione potrebbe avere ripercussioni significative non solo per la carriera politica di Salis, ma anche per le future relazioni diplomatiche tra i due paesi.



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