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Incredibile in diretta: il maranza deride il ristoratore pestato dai suoi amici, ‘la prossima volta impari!’



Un altro brutto episodio di violenza e vandalismo, stavolta a Verona. Davide Veneri, che gestisce l’Osteria Antica Verona ed è anche consigliere dell’Associazione Ristoratori di Confcommercio in città, si è ritrovato coinvolto in una rissa scoppiata proprio davanti al suo locale. Un gruppo di giovani, fuori controllo, ha iniziato a lanciarsi sedie. Lui ha rimediato una ferita in fronte, due punti al pronto soccorso e cinque giorni di prognosi. Ne parlano a “Dritto e Rovescio” su Rete4, con Paolo Del Debbio alla conduzione. In studio c’è lo stesso Veneri, che racconta tutto in prima persona.



Risponde anche a chi, collegato da remoto, lo accusa di essersi immischiato in faccende che non lo riguardavano. Veneri non ci sta: “Un gruppo di ragazzi, come spesso succede, stava bivaccando vicino al plateatico del mio locale. Avevano sacchetti pieni di bottiglie, alcolici e vino. Dopo le 23, già tutti alticci, hanno cominciato a sfidarsi come in un ring improvvisato. Poi la situazione è degenerata: si sono avvicinati al plateatico, hanno afferrato le sedie e le hanno lanciate.

Io stavo filmando tutto col cellulare quando mi hanno colpito in fronte. Ho chiamato subito la polizia, ma intanto il gruppo si era già spostato verso il centro, dove pare abbiano scatenato un’altra rissa vicino alle Arche Scaligere. Io non me ne sono lavato le mani. Ero al lavoro, e per educazione civica – che dovremmo avere tutti – so che le risse per regolare i conti non vanno bene. È proprio la base del vivere in società”.

L’immigrato collegato prova a ribattere: “Eh ma se la rissa scoppia lì non è che la si può spostare altrove”. A quel punto interviene Del Debbio in difesa di Veneri e chiarisce: “La rissa è arrivata proprio nel plateatico davanti al suo ristorante. Quella è zona del locale, che lui tra l’altro paga. Non è che lui deve farsi gli affari suoi, siete voi che non dovete farli lì. Non avete nessun diritto di venire a fare a botte e poi dire al proprietario ‘fatti i fatti tuoi’. A me, se lo dicevate, vi prendevo a calci nel c…”.



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