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“Indegno, come ti permetti?” — la Meloni presa di mira dai più spregevoli: i fannulloni della CGIL



L’ex segretaria della Cgil, Susanna Camusso, ha espresso forti critiche nei confronti del governo attuale, accusando la presidente del Consiglio di adottare toni e atteggiamenti che mirano a delegittimare il diritto di sciopero. In un’intervista rilasciata a Repubblica, Camusso ha affermato: “Questa destra dileggia i lavoratori ed è insofferente a qualunque critica, continua ad aggirare e svilire la Costituzione”. Secondo la senatrice del Partito Democratico, è inaccettabile che il governo non tolleri opinioni contrarie alle sue politiche, riducendo il valore dello sciopero, un diritto fondamentale per i lavoratori, che comporta la perdita di una giornata di lavoro.



Camusso ha anche riflettuto sulla situazione economica degli ultimi anni, sottolineando che dal 2008 il panorama è stato caratterizzato da crisi ricorrenti che hanno modificato la distribuzione della ricchezza, causando un aumento delle disuguaglianze anche nei paesi più sviluppati. Ha notato che questi anni hanno visto numerose mobilitazioni da parte del mondo del lavoro e fratture tra le organizzazioni sindacali, probabilmente a causa della difficoltà di trovare risposte adeguate alle nuove sfide, accentuate dalla frammentazione del lavoro. “Se vogliamo, però, uscire dalla polemica spicciola ed indecente del governo, segnalerei che tutte le grandi organizzazioni confederali danno giudizi critici sulla manovra e promuovono forme di mobilitazione”, ha aggiunto Camusso, richiamando l’attenzione sulla necessità di una risposta unitaria.

In risposta alle dichiarazioni di Camusso, la Lega ha contestato la frequenza con cui la Cgil, guidata da Maurizio Landini, ha indetto scioperi generali, sottolineando che nel 2025 sono stati programmati ben 22 scioperi, di cui 17 si svolgeranno di venerdì. In un comunicato, il partito ha evidenziato che “le forme più radicali di protesta sono state previste per quasi l’80% dei casi, ovvero 17 su 22, il 77,2%, di venerdì o di lunedì”, suggerendo che tali scelte non tengono conto delle esigenze dei cittadini.

La Lega ha criticato la decisione di organizzare scioperi in giorni che possono causare disagi ai lavoratori, affermando: “Chiediamo rispetto per milioni di cittadini italiani ostaggio di qualche sindacalista festaiolo, viziato e capriccioso”. Il partito ha chiesto a Landini di spiegare perché le difese dei diritti dei lavoratori non vengano mai programmate in giorni feriali, come un mercoledì, ma piuttosto in date strategiche che possono creare difficoltà per le persone che devono recarsi al lavoro.

Questa polemica mette in luce una crescente tensione tra il governo e le organizzazioni sindacali, con Camusso che accusa l’esecutivo di voler silenziare le voci critiche e la Lega che ribatte sostenendo che le modalità di protesta della Cgil non rispettano le necessità dei lavoratori e dei cittadini in generale. La questione del diritto di sciopero e delle modalità di protesta continua a essere un tema caldo nel dibattito politico italiano, con le parti in conflitto che si accusano reciprocamente di non considerare gli interessi dei lavoratori e della società.

Camusso ha concluso la sua intervista sottolineando l’importanza di mantenere viva la discussione sulle politiche del lavoro e sul ruolo delle organizzazioni sindacali in un contesto economico in continua evoluzione. La sua posizione riflette una preoccupazione più ampia per il futuro del movimento sindacale in Italia, mentre le tensioni tra i vari attori politici continuano a intensificarsi. La risposta della Lega, d’altra parte, evidenzia un tentativo di capitalizzare su queste polemiche per rafforzare la propria posizione e attrarre consensi tra gli elettori che si sentono trascurati dalle attuali dinamiche sindacali.



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