Nella notte tra mercoledì 10 e giovedì 11 settembre, le forze dell’ordine di Roma hanno arrestato due giovani rom, identificati come Rambo A., di 21 anni, e Daniele Z., di 24 anni, dopo un tentativo di furto in un distributore di benzina e in un bar. Gli arresti sono avvenuti dopo un inseguimento ad alta velocità e un’aggressione ai danni degli agenti di polizia. Tuttavia, nonostante la gravità dei reati, il giudice ha deciso di non applicare alcuna misura cautelare, ritenendo che “l’obbligo di firma diurno” fosse “completamente inutile”, poiché “loro rubano e delinquono la notte, non durante il giorno”.
L’operazione è iniziata poco prima dell’una di notte, quando è scattato l’allarme di un distributore di benzina. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso tre individui intenti a tentare di scassinare la cassaforte utilizzando un divaricatore elettrico e martelli. Poco dopo, un’altra segnalazione ha riguardato un tentativo di furto in un bar situato in piazza Certaldo. I ladri, a bordo di una Giulietta bianca, sono stati avvistati e intercettati alle 2:30 nella zona di Portuense.
Ne è scaturito un inseguimento ad alta velocità, con i ladri che hanno superato i limiti di velocità, bruciando semafori rossi e sfiorando gli agenti impegnati in un’altra operazione. Durante la fuga, i due giovani hanno lanciato estintori contro le volanti della polizia, creando panico tra gli agenti. L’inseguimento si è concluso in via del Fosso della Magliana, dove la vettura, risultata rubata, ha perso il controllo. Mentre tre complici sono riusciti a fuggire, Rambo A. e Daniele Z. hanno tentato di scappare a piedi, ma sono stati rapidamente fermati dagli agenti. Durante la colluttazione, i poliziotti hanno riportato ferite guaribili in quattro giorni.
Nel bagagliaio dell’auto, le forze dell’ordine hanno rinvenuto un vero e proprio arsenale da scasso, comprendente un divaricatore elettrico, martelli, spadini, una chiave OBD per disattivare antifurti e perfino un lampeggiante simile a quelli in uso alle forze dell’ordine. Nonostante queste evidenze, al termine della direttissima, il giudice ha convalidato l’arresto ma ha deciso di non disporre né il carcere né l’obbligo di firma. La motivazione del giudice ha suscitato indignazione tra i sindacati di polizia e tra i cittadini, che vedono questa decisione come un’ennesima beffa per chi rischia la vita per fermare criminali.
La questione della sicurezza a Roma continua a essere al centro del dibattito pubblico, con molti cittadini che esprimono preoccupazione per l’inefficacia delle misure di prevenzione e per la percezione di impunità che circonda alcuni gruppi. Le reazioni a questa decisione giudiziaria sono state forti e immediate, con molti che chiedono un intervento più deciso da parte delle autorità per garantire la sicurezza pubblica.
In questo contesto, il caso di Rambo A. e Daniele Z. rappresenta un episodio emblematico delle difficoltà nel combattere la criminalità a Roma. La decisione del giudice di non applicare misure cautelari ha sollevato interrogativi sulla capacità del sistema giudiziario di affrontare situazioni di questo tipo, dove i reati sono commessi in modo ripetuto e con evidenti rischi per la sicurezza dei cittadini.
Le forze dell’ordine, da parte loro, continuano a lavorare instancabilmente per garantire la sicurezza nelle strade, ma la loro azione è spesso ostacolata da un sistema che sembra non punire adeguatamente i trasgressori. L’episodio ha messo in luce la necessità di un riesame delle politiche di sicurezza e di giustizia, affinché si possano adottare misure più efficaci per prevenire la criminalità e proteggere i cittadini.
Il futuro di Rambo A. e Daniele Z. resta incerto, ma la loro liberazione senza misure cautelari rappresenta un campanello d’allarme per le autorità e per la società civile, che chiedono maggiore attenzione e azioni decisive contro la criminalità.
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Monica



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