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“Io bisessuale? Basta bugie” – Daniele Capezzone chiarisce dopo anni di gossip



Intervistato dal Corriere della Sera, Daniele Capezzone, direttore editoriale del quotidiano Libero ed ex portavoce del Popolo della Libertà, ha chiarito con ironia e fermezza alcune voci circolate sul suo conto, riguardanti tanto il suo rapporto con Dudù, il celebre barboncino di Silvio Berlusconi, quanto le indiscrezioni sulla sua presunta bisessualità.



Giornalista e politico romano, classe 1972, Capezzone ha ricordato i suoi anni accanto al Cavaliere, definendolo «il più pirandelliano di tutti»: “Siamo abituati a immaginarlo scoppiettante, incline alla battuta, ma poche persone come lui ho visto capaci di una concentrazione quasi monacale”, ha raccontato.

Poi, la domanda sul cagnolino più famoso della politica italiana: «Ma è vero che Dudù le ringhiava sempre?». La risposta di Capezzone è arrivata con il consueto tono ironico: “No, facciamo chiarezza: c’è un suo collega del Corriere che ogni tanto dice che Dudù mi odiava. Poi arriva una collega de La Stampa che parla di un limone che io avrei tenuto sempre in tasca per farlo giocare e in tal modo ingraziarmelo. La verità è che io e Dudù abbiamo sempre avuto ottimi rapporti diplomatici. Io poi sono gattaro”.

L’ex deputato ha quindi smentito le presunte tensioni “diplomatiche” con l’animale domestico più noto di Arcore, chiudendo la questione con una battuta: «Io e Dudù siamo sempre andati d’accordo: ognuno con il proprio carattere, ma con reciproco rispetto».

Capezzone: “Non mi sono mai dichiarato bisessuale”
Nella seconda parte dell’intervista, Capezzone ha affrontato anche un altro tema che da tempo alimenta indiscrezioni: la sua presunta bisessualità. “Non è vero che mi sono dichiarato bisessuale”, ha chiarito, precisando però di non avere alcun pregiudizio su orientamenti e identità personali.

Citandosi a vicenda con l’attivista americano Charlie Kirk, Capezzone ha aggiunto: “Mai qualificarsi, come esseri umani, per ciò che uno fa in camera da letto. La dimensione delle scelte personali non dovrebbe avere alcun rilievo, né positivo né negativo, nella dimensione pubblica o lavorativa. Quindi, viva l’amore, viva il sesso e ognuno faccia quello che crede”.

Il direttore di Libero ha poi spiegato che, nel dibattito pubblico, preferisce concentrarsi su temi concreti e non sulle vite private dei personaggi politici: “Non sono interessato a ciò che Elly Schlein fa in camera da letto, sono interessato a ciò che fa con le mie tasse”, ha detto, ribadendo la necessità di separare la sfera personale da quella politica.

“Bowie e Mercury non avevano bisogno di etichette”
Capezzone ha concluso l’intervista con un riferimento al mondo della musica, citando due icone che hanno fatto della libertà personale e artistica il proprio marchio: “David Bowie e Freddie Mercury sono stati due esempi. Non hanno mai avuto bisogno di etichette, né di fare lezioncine sull’inclusione. Ma si sono trasformati in continuazione”.

Un modo per ribadire la sua posizione contro quella che definisce la “politica delle definizioni”, preferendo invece l’autenticità individuale e la libertà di essere se stessi, senza dover rendere conto al giudizio altrui.



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