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Karine Cogliati trovata morta nel bosco con mani e piedi legati: arrestato un 46enne, “Uccisa con la droga”



Nel pomeriggio di giovedì 22 maggio, i carabinieri della compagnia di Seregno hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un uomo di 46 anni, italiano, residente a Carate Brianza. L’indagato è accusato di occultamento di cadavere, morte come conseguenza di altro delitto e detenzione illecita di sostanze stupefacenti con finalità di spaccio. L’operazione si inserisce nel contesto delle indagini avviate a febbraio, in seguito al ritrovamento del corpo senza vita di Karine Cogliati, una giovane donna di 26 anni originaria della Brianza ma con radici brasiliane.



Il corpo della vittima era stato scoperto il 16 febbraio scorso in una zona boschiva nei pressi dell’argine del Lambro, vicino ad Agliate, frazione di Carate Brianza. A lanciare l’allarme era stato un passante che, durante una passeggiata lungo i sentieri, aveva notato il cadavere della donna riverso a terra con mani e piedi legati. Sul luogo del ritrovamento erano intervenuti i carabinieri della compagnia di Seregno insieme al nucleo rilievi. Gli investigatori avevano constatato che il corpo era stato probabilmente trasportato in quel punto, utilizzando una felpa stretta attorno alle gambe della vittima.

Le indagini si erano concentrate sulle frequentazioni della giovane, portando alla luce un passato segnato dalla tossicodipendenza e da alcune denunce a suo carico. Gli inquirenti avevano ipotizzato che la donna potesse aver avuto un malore fatale dopo aver assunto sostanze stupefacenti in compagnia di qualcuno. Successivamente, il suo corpo sarebbe stato abbandonato nella zona boschiva. Sulla base di queste supposizioni, gli investigatori avevano indirizzato l’attenzione su un uomo di 46 anni, già noto alle forze dell’ordine.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Monza, su richiesta della Procura. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’uomo avrebbe ceduto a Karine Cogliati una sostanza stupefacente che ne avrebbe causato il decesso. Dopo la morte della giovane, l’indagato avrebbe trasportato o nascosto il cadavere nell’area dove è stato successivamente ritrovato.

Oltre all’accusa relativa alla morte della 26enne, le indagini hanno fatto emergere elementi che dimostrerebbero un’attività continuativa di spaccio condotta dall’uomo per circa un anno. Al termine delle formalità di rito, il 46enne è stato trasferito presso la propria abitazione, dove rimarrà in regime di arresti domiciliari. Le autorità hanno avvertito l’indagato che eventuali violazioni delle condizioni imposte comporteranno ulteriori conseguenze legali.

Il caso ha suscitato grande attenzione nella comunità locale, sia per le modalità con cui è stato ritrovato il corpo della vittima sia per il coinvolgimento dello spaccio di droga nella vicenda. Le indagini proseguono per chiarire ulteriormente le responsabilità e verificare se vi siano altre persone coinvolte nei fatti.



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