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La direttrice del Kyiv Independent Olga Rudenko accusa Zelensky di tradire la democrazia firmando la legge che svuota di potere le agenzie anticorruzione, mentre migliaia protestano a Kiev



La direttrice del Kyiv Independent, Olga Rudenko, ha firmato un editoriale nel quale contesta apertamente il presidente Volodymyr Zelensky, definendolo autoritario e responsabile di aver tradito l’ideale democratico ucraino. La presa di posizione arriva due settimane dopo l’approvazione della legge 12414, che trasferisce poteri esclusivi al procuratore generale su NABU e SAPO, due agenzie anticorruzione chiave. La decisione ha scatenato una massiccia ondata di proteste e un coro di accuse da parte di attivisti, parlamentari e osservatori internazionali, mettendo in discussione la credibilità anche dell’immagine eroica di Zelensky all’estero  .



Nel primo editoriale, Rudenko prende posizione a difesa dell’attivista anti‑corruzione Vitaliy Shabunin, recentemente indagato con accuse giudicate politicamente motivate. Successivamente, pubblica un secondo commento più duro, contestando la firma stessa della legge da parte del presidente Zelensky e sottolineando che: “minare la democrazia ucraina” sarebbe un tradimento ai danni del Paese  .

Le proteste nella capitale si focalizzano principalmente sulla richiesta di veto alla norma, ormai già firmata. Molti manifestanti invocano apertamente la fine del potere esercitato da Andriy Yermak, capo dell’amministrazione presidenziale, ritenuto l’uomo forte dell’esecutivo, non eletto e per molti più influente dello stesso Zelensky. Rudenko sottolinea che: “Tutti vedono e tutti sanno che ha accumulato un potere enorme senza essere mai stato eletto”, e che la rapida approvazione della legge evidenzia la responsabilità diretta del presidente  .

In reazione alla crescente pressione interna e alle critiche occidentali riguardo al rischio di arretramento democratico, Zelensky ha annunciato l’invio di un nuovo disegno di legge per ripristinare l’autonomia di NABU e SAPO, elaborato in collaborazione con le stesse agenzie coinvolte; una mossa interpretata come tentativo di ricompattare l’unità nazionale e preservare il sostegno internazionale  .

Il caso di Vitaliy Shabunin, figura di primo piano del movimento anticorruzione, ha catalizzato l’indignazione di Ong, parlamentari – anche del partito del presidente – e società civile. Shabunin sostiene che le accuse nei suoi confronti siano un messaggio intimidatorio: “se possono accusare me pubblicamente… possono accusare chiunque”, afferma riferendosi ai rischi per giornalisti, attivisti e militari critici verso l’esecutivo  .

Migliaia di cittadini hanno manifestato più giorni a Kiev, segnalando che si tratta delle proteste più significative dall’invasione russa del 2022. In piazza si denuncia un consolidamento del potere presidenziale e un frenare delle riforme anticorruzione, fattore che potrebbe danneggiare le aspirazioni di adesione all’UE  .

Critici occidentali – tra cui la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ambasciatori del G7 e altri esponenti europei – hanno espresso profonda preoccupazione in merito alla deriva istituzionale richiesta dalla norma approvata, sostenendo che essa mina i principi del rule‑of‑law necessari nel percorso di integrazione europea  .

Il contrasto tra Rudenko e Zelensky segna un momento di svolta nella politica interna ucraina: da un lato la libertà di stampa espressa con coraggio dalla direttrice del Kyiv Independent, dall’altro la percezione di un presidente che punta a rafforzare il controllo sulle istituzioni anticorruzione, minando la fiducia delle istituzioni democratiche.

Alle proteste civili si aggiunge il timore crescente tra giornalisti e oppositori che l’amministrazione Zelensky stia utilizzando lo stato di emergenza per marginalizzare critici e attivisti, consolidando una struttura di potere più centralizzata e meno trasparente  .

Resta da vedere se la proposta di revisione legislativa avanzata dal presidente basterà a placare l’ondata di dissenso o se il dissenso popolare, mobilitatosi con forza, continuerà a reclamare riforme autentiche e il ripristino dell’indipendenza delle agenzie di controllo.



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