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La moglie di Matteo Materazzi: “Marco c’è, fa quello che può, ha anche lui una famiglia”



La famiglia di Matteo Materazzi, ex calciatore e procuratore sportivo di 49 anni, sta affrontando una delle sfide più difficili della loro vita. Colpito da una rara forma di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), diagnosticata lo scorso anno, Matteo sta lottando contro il rapido avanzamento della malattia che lo ha già privato dell’uso delle gambe e delle braccia. La sua unica speranza è una terapia ASO personalizzata, progettata per contrastare la specifica mutazione TDP-43 che lo ha colpito. Per finanziare questa terapia sperimentale, la moglie di Matteo, Maura Soldati, ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe, con l’obiettivo di raccogliere un milione e mezzo di dollari, equivalenti a circa un milione e 300mila euro.



La campagna finora ha superato i 200mila euro, grazie alla solidarietà di amici, conoscenti e sostenitori. Tuttavia, il cammino verso l’obiettivo finale è ancora lungo. La situazione di Matteo è critica, come racconta sua moglie al Corriere della Sera: “In pochi mesi ha perso l’uso delle gambe, finendo sulla sedia a rotelle. Oggi non muove più neanche le braccia, solo un po’ le mani. La malattia sta avanzando velocemente. Vorrebbe vedere crescere i figli ma non ci crede. È realista, il 50% di malati di SLA muore entro tre anni.”

Matteo Materazzi in una foto di tre anni fa, la malattia gli è stata diagnosticata lo scorso anno

La famiglia sta cercando di affrontare questa battaglia con determinazione e unità. Un aspetto che ha attirato l’attenzione dei media è il ruolo del fratello maggiore di Matteo, Marco Materazzi, noto ex calciatore e campione del mondo con la Nazionale italiana nel 2006. I due fratelli avevano avuto un rapporto complicato per anni, ma la malattia ha riavvicinato Marco a Matteo, come spiega Maura Soldati: “Per anni hanno avuto un rapporto complicato, ma dall’inizio della malattia sono tornati a parlarsi quotidianamente. Anche Marco si sta spendendo nelle sue possibilità, non possiamo dimenticare che ha una famiglia. Ma è accanto a lui, come tutti noi. E di questo Matteo è felicissimo.”

Nonostante ciò, alcuni utenti sui social hanno criticato il presunto mancato sostegno economico da parte di Marco, considerando i guadagni accumulati durante la sua carriera calcistica. Tuttavia, queste critiche sembrano basarsi su supposizioni e non su fatti concreti. La moglie di Matteo ha sottolineato che il supporto del fratello maggiore è costante e significativo: “Come spesso succede, si parla anche se non si conoscono le cose: scrivere sui social è facile, così come dare giudizi.”

La condizione di Matteo Materazzi rappresenta una corsa contro il tempo. La mutazione TDP-43 che lo ha colpito rende la ricerca di una cura particolarmente complessa, poiché la proteina che si accumula nelle cellule neuronali intossicandole è anche funzionale alla cellula stessa. Questo aggiunge ulteriori difficoltà alla creazione della terapia ASO personalizzata, che rappresenta l’unica speranza per rallentare il progresso della malattia.

La raccolta fondi su GoFundMe è stata accompagnata da un appello accorato di Maura Soldati, che ha spiegato nel dettaglio la necessità di raggiungere l’obiettivo economico per finanziare la terapia negli Stati Uniti. La solidarietà mostrata finora è stata incoraggiante, ma serve un ulteriore sforzo per dare a Matteo una possibilità concreta di combattere questa devastante malattia.

La vicenda di Matteo Materazzi non è solo una storia di sofferenza personale, ma anche un esempio di come le difficoltà possano riunire le persone e rafforzare i legami familiari. Il sostegno di Marco Materazzi, insieme a quello degli amici e della comunità, dimostra che la solidarietà può fare la differenza nei momenti più bui.

La famiglia Materazzi continua a sperare e a lottare per raccogliere i fondi necessari. Chiunque voglia contribuire può farlo attraverso la piattaforma GoFundMe, seguendo il link condiviso dalla moglie di Matteo. Ogni donazione rappresenta un piccolo passo verso la possibilità di fermare il progresso della SLA e regalare a Matteo più tempo con i suoi cari.



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