Un grave lutto ha colpito la comunità di Cannobio: un sacerdote di 35 anni, don Matteo Balzano, è stato ritrovato privo di vita nella canonica annessa all’oratorio di cui era responsabile. Secondo quanto riferito dalla diocesi di Novara, i primi riscontri portano a ipotizzare un gesto volontario.
Don Matteo, originario di Borgomanero, aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 2017 da parte del vescovo monsignor Franco Giulio Brambilla. Dopo alcuni incarichi pastorali, tra cui il vicariato a Castelletto sopra Ticino e un periodo al Santuario di Re, era tornato con impegno e dedizione presso l’oratorio di Cannobio, nel cuore della Valle Cannobina, occupandosi dei giovani e delle attività parrocchiali.
Nella mattinata in cui è stato ritrovato, don Matteo non si è presentato alla messa e risultava irreperibile al cellulare. L’allarme è scattato quando è mancata la sua presenza in canonica: il ritrovamento del corpo è avvenuto in una stanza dell’edificio. Il sindaco di Cannobio, Gian Maria Minazzi, ha dichiarato: “Siamo tutti sconvolti, non abbiamo mai colto segnali di nessun tipo di disagio”, sottolineando come il giovane sacerdote fosse molto apprezzato in paese .
La diocesi di Novara, attraverso una nota firmata da don Franco Giudice, vicario per il clero, ha espresso profondo dolore e riflessione spirituale: “Solo il Signore, Colui che ‘scruta e conosce’ ciascuno di noi, sa comprendere i misteri più impenetrabili dell’animo umano” .
I funerali saranno celebrati martedì nella Collegiata di San Vittore a Cannobio, presieduti dal vescovo Brambilla, dopo una veglia funebre prevista per la sera di lunedì. La camera ardente sarà allestita in chiesa, nel rigoroso rispetto del silenzio e della preghiera.
Don Matteo Balzano aveva svolto il suo servizio sacerdotale per sei anni: inizialmente come vicario parrocchiale, poi al Santuario di Re, e da meno di due anni a Cannobio, dove è diventato punto di riferimento per gli adolescenti e i giovani. Sempre attivo nell’oratorio, partecipava con entusiasmo a iniziative come tombole estive e ritiri spirituali.
Il lutto ha colpito duramente Cannobio, borgo rinomato del Lago Maggiore, dove la vita religiosa e comunitaria ha un ruolo centrale. La Collegiata di San Vittore e l’oratorio rappresentano luoghi simbolici della vita cittadina, spazi frequentati quotidianamente da famiglie e ragazzi. Ora la comunità si raccoglie in un silenzio carico di tristezza, cercando conforto nella fede e nella solidarietà fraterna.
Pur riconoscendo la delicatezza della notizia, la diocesi e le autorità locali hanno esortato a mantenere riserbo e rispetto. L’evento suscita domande sulla fragilità interiore persino in chi appare dedito e felice: un monito per offrire attenzione, ascolto e solidarietà a tutte le persone, anche a chi esercita ruoli religiosi e comunitari.
In vista delle esequie, attese molte presenze: fedeli, famigliari, confratelli sacerdoti e autorità civili parteciperanno ai riti nella Collegiata e alla successiva cerimonia a Borgomanero, sua città natale. Questa celebrazione rappresenterà un momento di unione e condivisione del dolore, ma anche di preghiera e speranza.
La vicenda di don Matteo Balzano richiama l’attenzione su quanto sia fondamentale sostenere chi svolge compiti di guida spirituale. In una società frenetica, anche i ministri della fede possono trovarsi in difficoltà silenziose. Il gesto finale di un sacerdote così giovane e apprezzato lascia un vuoto profondo: ora resta il compito di accompagnare la comunità nel percorso di lutto, offrendo presenza, sostegno psicologico e spirituale.
La fragile vita umana, vissuta anche nelle condizioni migliori e con vocazione sincera, può nascondere disperazione. Questo episodio, pur avendo un epilogo doloroso, sottolinea l’urgenza di coltivare reti di ascolto e cura, dentro e fuori le parrocchie. In molti si stanno già mobilitando per promuovere momenti di dialogo e riflessione, affinché il sacrificio di don Matteo non passi invano, ma diventi occasione di rinascita comunitaria.
La comunità di Cannobio, accompagnata dalla diocesi di Novara, vivrà nei prossimi giorni un momento di condivisione collettiva del dolore, con la speranza che la sofferenza del giovane sacerdote diventi una testimonianza di vicinanza, cura e attenzione verso chiunque ne abbia bisogno.
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