Nel 1965, Graziella Franchini, conosciuta con il soprannome di Lolita, venne presentata alla discografica Mara Del Rio all’età di soli quindici anni. La giovane, con i suoi grandi occhi azzurri e una voce potente, attirò subito l’attenzione della produttrice, che decise di battezzarla con il nome di Lolita, un appellativo che le avrebbe portato fortuna, sebbene non avesse nulla in comune con l’eroina di Nabokov. Negli anni Sessanta, la voce di Lolita divenne una delle più belle del Veneto, caratterizzata da un temperamento vivace e leggero, che la rese una stella nei festival musicali, come il ‘Festival della canzone di Pesaro’ e il ‘Festival di Zurigo’. La sua carriera decollò ulteriormente con apparizioni in programmi televisivi, tra cui ‘Carosello’ e ‘Un disco per l’estate’, dove brillò al fianco di artisti come Renato Rascel.
Tuttavia, nonostante il suo talento e il suo carisma, la carriera di Lolita subì un brusco arresto dopo la sua esclusione dal festival di Sanremo, segnando l’inizio di un lento declino che la portò a esibirsi in feste di paese. A 35 anni, dopo una lunga relazione sfortunata, Graziella trovò finalmente l’amore con Michele Roperto, un ginecologo di Lamezia Terme. La loro storia iniziò nello studio di lui, dove Graziella decise di trasferirsi, prima in un albergo e poi in una villetta nel residence ‘La Marinella’. Le serate in piazza, che un tempo le pesavano, divennero più leggere grazie alla presenza dell’uomo che amava e alla promessa di un futuro insieme.
Tuttavia, il sogno di una vita felice si infranse tragicamente. La mattina del 28 aprile, Italo Montesanti, manager di Graziella, si preoccupò per il suo prolungato silenzio e decise di controllare la situazione. Entrando nella villetta sul mare, trovò il corpo senza vita dell’amica. La scena era agghiacciante: il televisore era acceso e i resti della colazione erano ancora sul tavolino, come se Graziella si fosse alzata da poco. Il suo corpo giaceva nella stanza da bagno, seminuda, con segni evidenti di violenza. Era stata brutalmente aggredita con un collo di bottiglia, e il suo corpo presentava numerose coltellate.
Le indagini iniziarono immediatamente e la polizia si concentrò su Michele Roperto, il compagno di Graziella. Fu lui a suggerire a Montesanti di entrare in casa per verificare le condizioni della cantante. Sebbene avesse un alibi, la polizia scoprì che Roperto aveva una ex moglie e un figlio, ed era fidanzato da sei anni con Teresa Tropea, studentessa in medicina e nipote di un boss della ‘ndrangheta. Nonostante Teresa avesse inizialmente negato di conoscere Graziella, emerse che era a conoscenza della loro relazione.
La situazione si complicò ulteriormente quando Roperto confessò alla polizia che lui e le donne avevano aggredito Graziella. Raccontò che, il venerdì prima di Pasqua, dopo aver lasciato la casa della fidanzata, madre e figlia lo seguirono e trovarono Graziella nella sua villetta. “Si lanciarono contro Graziella come delle invasate, gridando ‘Te ne devi andare! Lo devi lasciare!'”, rivelò Roperto. La situazione degenerò in violenza, con Teresa che colpì Graziella con una leva da cambio.
Tuttavia, Teresa negò le accuse, sostenendo di aver reagito a un’intromissione durante una discussione. La polizia, però, considerò le sue dichiarazioni insufficienti e la accusò di omicidio in concorso con la madre. Nonostante un testimone avesse visto madre e figlia nella zona della villetta, le prove contro di loro si rivelarono insufficienti in sede di dibattimento. Le sorelle di Graziella, Luigina e Daniela Franchini, furono profondamente colpite dalla rappresentazione della loro sorella durante il processo e dalla sua ingiusta etichetta di donna promiscua.
A distanza di 31 anni dall’omicidio, le indagini rimangono aperte e gli avvocati della famiglia sperano che un esame del DNA sui reperti possa finalmente rivelare l’identità degli assassini di Lolita. Il singolo ‘La mia vita non ha un domani’, uno dei suoi più grandi successi, risuona tristemente oggi, simbolo di una carriera interrotta e di una vita spezzata.
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