Il suicidio di Stefano Argentino, accusato del femminicidio della giovane Sara Campanella, ha scosso profondamente le famiglie coinvolte e l’opinione pubblica. L’episodio è avvenuto nel carcere dove il ragazzo era detenuto in attesa di processo, previsto con rito immediato il prossimo 10 settembre. L’avvocata Concetta La Torre, legale della famiglia Campanella, ha espresso il suo dolore per la drammatica vicenda, sottolineando la necessità di riflettere sulle responsabilità della società e sulle lacune nell’educazione affettiva dei giovani.
Secondo le prime ricostruzioni, Stefano Argentino si sarebbe isolato dagli altri detenuti nel pomeriggio del 6 agosto, intorno alle 17, e si sarebbe impiccato. Gli agenti della polizia penitenziaria lo hanno trovato ormai privo di vita, nonostante i tentativi di rianimazione. La Procura ha annunciato l’apertura di un fascicolo per indagare sull’accaduto e chiarire le circostanze del suicidio.
L’avvocata Concetta La Torre, intervistata da Fanpage.it, ha dichiarato: “In questo momento non abbiamo dichiarazioni da fare. Ma ci sentiamo solo di stare in silenzio dinnanzi ad una situazione drammatica. Noi non siamo altro che spettatori inermi, ha deciso tutto lui”. La legale ha ribadito che la famiglia non prova alcuna gioia per quanto accaduto, pur ricordando la gravità del gesto compiuto da Argentino: “Certamente non gioiamo, non siamo felici di quello che è successo, anche se resta il gesto vile che ha fatto di uccidere Sara. Forse dobbiamo interrogarci sulle responsabilità di una società che non si prende carico della educazione affettiva e dei bisogni dei ragazzi e delle ragazze. Ci sono due famiglie distrutte”. Concludendo, ha aggiunto: “Certamente non si colma il vuoto lasciato da Sara. E la disperazione dei genitori e di chi l’ha amata”.
Il caso di Sara Campanella aveva già attirato l’attenzione mediatica per la brutalità dell’omicidio avvenuto lo scorso 31 marzo. Le indagini, recentemente concluse, avevano portato alla luce dettagli inquietanti sulla premeditazione del crimine. Secondo quanto emerso dagli atti investigativi, Sara Campanella era riuscita ad attivare una registrazione durante l’aggressione, documentando ciò che stava accadendo. Questo elemento era considerato fondamentale per il processo contro Stefano Argentino, che avrebbe dovuto iniziare a settembre.
Sempre a Fanpage.it, l’avvocata La Torre aveva precedentemente commentato gli sviluppi delle indagini: “Dagli atti di indagine emerge chiaramente la ricostruzione non solo di ciò che è avvenuto quel triste giorno, ma anche di ciò che è stato ‘pensato’ e premeditato nei mesi precedenti. Non c’è nessun angolo buio, non c’è nessuna incertezza, o dubbio alcuno che possa escludere, o mettere in discussione, la piena consapevolezza dell’attività omicidiaria, di chi ha premeditato, con lucidità e precisione, un terribile assassinio con inaudita crudeltà. Affrontiamo questo processo con la fiducia di una sentenza giusta”.
La tragica morte di Stefano Argentino aggiunge ulteriore sofferenza a una vicenda già drammatica, lasciando entrambe le famiglie coinvolte devastate. Da un lato, i genitori di Sara Campanella continuano a fare i conti con il vuoto lasciato dalla perdita della figlia; dall’altro, la famiglia di Argentino deve affrontare il dolore per il suicidio del giovane.
L’episodio solleva interrogativi sulle condizioni psicologiche dei detenuti e sulla gestione delle carceri italiane. L’apertura del fascicolo da parte della Procura sarà fondamentale per fare chiarezza su quanto accaduto e verificare se ci siano state eventuali negligenze o mancanze nella sorveglianza del ragazzo.



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