Andrea Sempio, 37 anni, è sotto inchiesta per omicidio in concorso nell’ambito delle nuove indagini relative al caso del delitto di Garlasco, avvenuto nel 2007. Secondo le autorità, una traccia repertata dai RIS nella villetta dove fu trovato il corpo di Chiara Poggi, all’epoca considerata non utile, è stata ora attribuita a Sempio grazie ai progressi tecnologici. Tuttavia, la difesa respinge ogni accusa e chiede ulteriori verifiche.
L’avvocato Massimo Lovati, che rappresenta Sempio insieme alla collega Angela Taccia, ha commentato la situazione in un’intervista a Fanpage.it. “Sempio è dall’altro giorno che non lo vedo. Ieri è stata pubblicata questa notizia sensazionale, sembrava quasi che venisse sconquassato tutto. Poi, in definitiva, non c’è niente, solo una consulenza tecnica di parte”, ha dichiarato il legale, riferendosi alle recenti rivelazioni sulla cosiddetta “traccia 33”.
Questa impronta, raccolta nel 2007 con uno scalpello e inizialmente catalogata come neutra, è ora al centro delle indagini. Il Procuratore Fabio Napoleone ha confermato che i pubblici ministeri stanno conducendo ulteriori accertamenti sulla traccia, che potrebbe rappresentare un elemento chiave nel caso.
Lo scorso martedì, 20 maggio, Andrea Sempio era stato convocato per un interrogatorio dagli inquirenti. Tuttavia, i suoi avvocati hanno sollevato obiezioni riguardo a un presunto vizio procedurale nell’invito a comparire, motivo per cui il loro assistito ha deciso di non presentarsi. Gli avvocati hanno presentato una memoria in cui spiegano che l’invito non conteneva l’avvertimento obbligatorio secondo cui il pubblico ministero avrebbe potuto ordinare l’accompagnamento coattivo in caso di mancata presentazione senza giustificazioni valide.
“Dico ‘meno male’ perché saremmo andati a farci interrogare su cose che non sapevamo, a sorpresa”, ha aggiunto Lovati, spiegando che la difesa ha ora accesso alla consulenza tecnica depositata dagli inquirenti. “Quella è un’impronta che hanno trovato nel 2007. L’hanno abrasa con uno scalpello e l’hanno repertata, dicendo che non serviva nulla. Era neutra”, ha sottolineato l’avvocato.
La collega Angela Taccia ha ribadito la necessità di attenersi ai fatti e di evitare speculazioni. “Analizzeremo gli atti. L’impronta per noi è spiegabile e non vedo quale sia il problema. Niente illazioni, atteniamoci ai fatti ed eventualmente procederemo anche noi con una consulenza dattiloscopica”, ha dichiarato la legale. Ha inoltre osservato che, secondo quanto appreso, le minuzie rilevate sarebbero 15, insufficienti per avere valore giuridico, dato che ne servirebbero almeno 16 o 17.
La difesa ha annunciato l’intenzione di nominare un proprio consulente tecnico per esaminare la traccia contestata. “Non posso ancora dire chi è”, ha precisato Taccia, aggiungendo che la presenza di un’impronta di Sempio nella casa dei Poggi non sorprende, dato che l’uomo frequentava abitualmente l’abitazione e l’unica stanza in cui non sarebbe mai entrato è quella dei genitori di Chiara Poggi.
Un ulteriore elemento emerso nelle indagini riguarda alcuni biglietti trovati dai carabinieri lo scorso febbraio. In questi appunti, attribuiti a Sempio, si farebbe riferimento a presunte “cose brutte” compiute dall’indagato, con allusioni che gli investigatori collegano al delitto di Chiara Poggi. Tuttavia, la difesa non ha ancora commentato ufficialmente su questo aspetto.
Il caso del delitto di Garlasco, che aveva sconvolto l’Italia nel 2007, continua quindi a far discutere con nuovi sviluppi e interrogativi. Nel frattempo, il team legale di Andrea Sempio si prepara a contestare le accuse e a dimostrare l’estraneità del loro assistito ai fatti contestati.
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