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Lecornu lascia la guida del governo francese: record negativo per il mandato più breve di sempre



Questa mattina, il neopremier Sebastien Lecornu ha presentato le sue dimissioni al presidente francese Emmanuel Macron, il quale le ha accettate. Lecornu, ex ministro della Difesa, era stato nominato primo ministro meno di un mese fa, succedendo a Francois Bayrou, dimessosi dopo aver perso un voto di fiducia all’Assemblea nazionale riguardo alla legge di bilancio. La sua nomina era stata annunciata il 9 settembre, e solo ieri sono stati presentati i 18 ministri del nuovo governo francese, con la maggior parte dei nomi confermati.



Il nuovo primo ministro aveva ricevuto l’incarico di consultare le forze politiche al fine di trovare un accordo sulla legge di bilancio e formare una coalizione stabile. Tuttavia, le trattative non hanno avuto successo, portando la Francia a una nuova crisi politica. Ora, gli scenari futuri dipendono dalla decisione di Macron: nominare un nuovo primo ministro – il quarto dalla tornata elettorale di luglio 2024 – oppure convocare nuove elezioni anticipate. Nel caso di una nuova nomina, il presidente potrebbe essere costretto a considerare candidati di sinistra, cercando di ottenere un sostegno più ampio rispetto ai precedenti leader di centrodestra.

Lasciando Palazzo Matignon, sede del governo, dopo solo 27 giorni dalla sua nomina, Lecornu diventa il primo ministro con il mandato più breve nella storia della Francia. “Non si può essere Primo Ministro quando non ci sono le condizioni”, ha dichiarato da Matignon, sottolineando di aver “cercato di tracciare un percorso su questioni che erano state oggetto di blocchi”, come l’assicurazione contro la disoccupazione e la previdenza sociale, per “rilanciare la gestione congiunta” e “costruire una tabella di marcia” con proposte comuni. Ha aggiunto: “I partiti politici continuano ad adottare una posizione come se avessero tutti la maggioranza assoluta nell’Assemblea Nazionale. Ogni partito politico vuole che l’altro adotti il proprio programma”, spiegando così le ragioni dietro il suo passo indietro.

In questo contesto, il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella, ha esortato Macron a sciogliere l’Assemblea Nazionale e convocare nuove elezioni. “Non può esserci un ripristino della stabilità senza un ritorno alle urne e senza lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale”, ha dichiarato Bardella al suo arrivo presso la sede del partito nazionalista.

Dall’altro lato, Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise (LFI), ha chiesto un “esame immediato” della mozione di destituzione del presidente Emmanuel Macron. “A seguito delle dimissioni di Sebastien Lecornu, chiediamo l’esame immediato della mozione presentata da 104 deputati per la destituzione di Emmanuel Macron“, ha scritto su X. Anche Mathilde Panot, figura di spicco della sinistra radicale francese, ha affermato: “Il conto alla rovescia è iniziato. Macron deve andarsene”, evidenziando il fatto che “tre primi ministri sono stati sconfitti in meno di un anno” in Francia.

In contrasto, l’ex premier Bayrou ha scelto di non commentare l’uscita di scena del suo successore a Matignon, chiedendo “riserbo” di fronte a una situazione definita “pesante e preoccupante”. La rapidità con cui Lecornu ha lasciato l’incarico mette in luce le fragilità politiche attuali in Francia, dove il panorama politico è caratterizzato da divisioni e difficoltà nel raggiungere un consenso.

Mentre la Francia si prepara ad affrontare le conseguenze di queste dimissioni, la questione della stabilità governativa rimane centrale. Le prossime mosse di Macron saranno cruciali per determinare il futuro politico del paese. L’eventuale nomina di un nuovo primo ministro o la decisione di andare a elezioni anticipate potrebbero influire profondamente sulla direzione politica della Francia e sulla capacità del governo di affrontare le sfide economiche e sociali che lo attendono.

Con le dimissioni di Lecornu, la situazione politica in Francia si complica ulteriormente, lasciando gli osservatori in attesa di sviluppi significativi. La prossima settimana potrebbe rivelarsi decisiva per il futuro del governo e per la stabilità del paese.

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