​​


L’Europa in ginocchio senza un colpo di Putin: Bruxelles dissangua le casse per Kiev e ora non sa dove trovare miliardi



Dopo tre anni e mezzo di conflitto in Ucraina, il vero campo di battaglia si è spostato sul piano finanziario, dove si combatte per determinare chi esaurirà prima le proprie risorse. Le sanzioni imposte alla Russia stanno avendo un impatto significativo sull’economia del paese, ma le previsioni ottimistiche riguardo a un possibile collasso della macchina bellica di Vladimir Putin rimangono incerte. L’Ucraina, nel frattempo, ha un disperato bisogno di ingenti aiuti finanziari e militari dai suoi alleati, ma la situazione si complica con la crescente mancanza di fondi da parte degli Stati Uniti.



Attualmente, sembra che l’Europa debba farsi carico della maggior parte delle spese legate al conflitto. Infatti, il piano quadriennale di aiuti coordinato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) si basa sull’ipotesi che la guerra si concluda entro l’anno prossimo. Se non si verifica un’escalation globale, sarà l’Europa a dover sostenere quasi interamente il proseguimento della guerra in Ucraina. In questo contesto, si torna a discutere della possibilità di confiscare le riserve congelate della Russia in Occidente, che ammontano a oltre 200 miliardi di euro, per destinarle a Kiev. Questa proposta, tuttavia, è stata oggetto di forti critiche, in particolare da parte della Banca Centrale Europea.

La domanda cruciale è: di quanto ha bisogno l’Ucraina per continuare a operare? Recentemente, il ministro della Difesa Denys Shmyhal ha dichiarato: “Se la guerra continua, avremo bisogno di almeno 120 miliardi di dollari per il prossimo anno” (circa 102 miliardi di euro). Il governo di Kiev non chiede necessariamente l’intera somma ai suoi sostenitori, ma è evidente che il contributo di Europa, Gran Bretagna, Canada e Giappone sarà significativo.

Presentando il bilancio ucraino per il 2026, la presidente della commissione Bilancio della Camera, Roksolana Pidlasa, ha specificato che i 120 miliardi includono 60 miliardi provenienti dal bilancio statale dell’Ucraina e altri 60 miliardi per forniture militari attraverso vari programmi di supporto. Il costo per mantenere le operazioni al fronte è stimato in 172 milioni di dollari al giorno, che si traduce in circa 63 miliardi all’anno.

Con l’Europa che si fa carico della maggior parte delle spese, è stato recentemente inviato all’Ucraina un lotto di equipaggiamento bellico nell’ambito del programma Purl (Prioritized Ukraine Requirements List), creato a seguito di un accordo tra Stati Uniti e Nato. Questo programma prevede che le armi americane siano pagate dagli stati europei e poi trasferite all’esercito ucraino. Finora, sono stati finanziati quattro pacchetti di aiuti militari.

Tuttavia, il sostegno al governo di Kiev non si limita solo agli armamenti. Il deficit di bilancio, che ammonta a circa 3-4 miliardi di dollari al mese, è coperto da aiuti o prestiti occidentali, prevalentemente europei. Qui entra in gioco il ruolo del Fondo Monetario Internazionale e le sue trattative con l’amministrazione di Volodymyr Zelensky, che si trovano a fronteggiare una situazione finanziaria critica.

Per questo motivo, si torna a discutere della possibilità di utilizzare i fondi congelati della banca centrale russa in Europa. Questa soluzione potrebbe permettere di finanziare il proseguimento della guerra in Ucraina senza dover ricorrere a manovre correttive nei bilanci nazionali, manovre che potrebbero portare alla caduta rapida della maggior parte dei governi europei e, di conseguenza, alla fine degli aiuti all’Ucraina.

La questione del supporto finanziario all’Ucraina si fa sempre più pressante, poiché gli impegni economici richiesti agli alleati europei aumentano. La situazione attuale richiede una rinnovata cooperazione tra gli stati alleati, ma anche una riflessione approfondita su come gestire il sostegno finanziario in un contesto di crescente difficoltà economica interna. La capacità dell’Ucraina di continuare a resistere all’aggressione russa dipende non solo dalla determinazione dei suoi cittadini, ma anche dalla volontà e dalla capacità dei suoi alleati di fornire il supporto necessario per affrontare questa sfida.



Add comment