Moreno Torricelli, ex difensore della Juventus, ha condiviso una delle storie più dolorose della sua vita: la perdita della moglie Barbara, deceduta a soli 40 anni a causa della leucemia. A distanza di anni, il calciatore ha deciso di aprirsi e raccontare al pubblico non solo il dolore per la scomparsa della consorte, ma anche la difficile scelta di nascondere la gravità della situazione ai suoi tre figli. Un gesto motivato dal desiderio di preservare loro la speranza, anche quando le possibilità di guarigione erano ridotte al minimo.
Oggi Torricelli, 55 anni, ha abbandonato il mondo del calcio e ha ripreso il mestiere che aveva imparato da adolescente: il falegname. Prima di diventare un calciatore professionista, aveva lavorato nei mobilifici e si era guadagnato il soprannome di “Geppetto” grazie a Roberto Baggio, che lo conosceva bene. Dopo aver lasciato il calcio per sempre, è tornato alle sue origini. “Se c’è da montare delle finestre, vado”, ha dichiarato con semplicità.
La sua carriera calcistica aveva preso il via in modo del tutto inaspettato. Da falegname, firmò il contratto con la Juventus “sul cofano di un’auto”, passando da uno stipendio modesto di 2 milioni di lire a uno ben più sostanzioso di 80 milioni. Ma la svolta che ha segnato la sua vita non è stata quella calcistica, bensì la perdita della moglie. Barbara, che lavorava come parrucchiera ed era solita tagliare i capelli anche a Alessandro Del Piero, morì nel 2010 dopo un lungo e doloroso percorso di malattia.
Il racconto di Torricelli al Corriere della Sera è un viaggio tra ricordi belli e dolorosi. L’ex calciatore ha descritto i vent’anni trascorsi insieme alla moglie come “bellissimi”, sottolineando che dalla loro relazione sono nati tre figli: Aurora, Alessio e Arianna. “Con lei ho vissuto vent’anni bellissimi – ha confessato – abbiamo avuto tre figli stupendi, due dei quali mi hanno reso nonno. Poteva durare di più? Certamente. Ma il viaggio è stato bello”.
La storia d’amore tra Moreno e Barbara iniziò in modo semplice e genuino. Si conobbero quando lui aveva appena 15 anni, grazie a un consiglio dello zio. “Barbara lavorava con mia cugina – ha ricordato – un giorno decisero di pranzare insieme. Ero al bar dei miei genitori a fare i caffè e mio zio mi disse: corri a casa e stammi a sentire. Monto sulla bici, la vedo. Mi innamoro”. Da quel momento, iniziò una relazione che avrebbe segnato profondamente la sua vita.
La malattia della moglie arrivò come un fulmine a ciel sereno e portò con sé un dolore inimmaginabile. Quando i medici gli comunicarono che c’erano solo il 2% di possibilità di guarigione per ogni anno dal trapianto di midollo osseo, Moreno fece una scelta difficile: non rivelare la verità né alla moglie né ai figli. “Non dissi niente, né a lei, né alla sua famiglia e neanche ai nostri tre figli. Non volevo che perdessero la speranza”, ha spiegato.
Solo negli ultimi giorni prima del decesso, dopo dieci mesi di silenzio, Torricelli trovò la forza di parlare con i suoi cari e rivelare loro la verità. “Dopo 10 mesi ho detto la verità a tutti solo negli ultimi giorni ed è stata una liberazione”, ha raccontato. Tuttavia, i suoi tre figli – che all’epoca avevano 10, 11 e 16 anni – non hanno mai saputo tutta la verità fino ad oggi. “Non ho avuto la forza di dirgliela neanche dopo. La leggeranno per la prima volta qui”, ha confessato.
Dopo la morte della moglie, Moreno Torricelli ha deciso di chiudere definitivamente con il calcio giocato e con la carriera da allenatore. Quel momento segnò una svolta nella sua vita, portandolo a dedicarsi completamente alla famiglia e al suo lavoro da falegname.
Oggi vive una nuova fase della sua vita accanto a una nuova compagna, ma il ricordo di Barbara rimane indelebile nel suo cuore. La sua storia è un esempio di amore profondo e resilienza di fronte alle difficoltà più grandi che la vita possa presentare.



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