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Lite in tv tra Lilli Gruber e Gianfranco Fini: “Conduco io” – “Domande senza senso, non sono stupido”



Nell’ultimo episodio di Otto e Mezzo, il confronto tra Lilli Gruber e Gianfranco Fini si è rivelato particolarmente intenso, affrontando temi delicati come il conflitto israelo-palestinese, l’omicidio dell’attivista di destra Charlie Kirk e la posizione del governo italiano rispetto alle politiche di Donald Trump. La puntata ha visto diverse tensioni in studio, culminate in un acceso dibattito sul rapporto tra Fini e la premier Giorgia Meloni, definita da Gruber come una sua “creatura politica”.



Il dialogo si è animato fin dall’inizio, con Fini che ha espresso una posizione netta riguardo al genocidio perpetrato da Israele. L’ex presidente della Camera ha sottolineato che la richiesta di un cessate il fuoco rappresenta un dovere morale, accusando il governo di Meloni di non aver dedicato sufficiente impegno a questa causa. Tuttavia, mentre cercava di approfondire le origini storiche del conflitto, Gruber, visibilmente impaziente, lo ha interrotto: “Andiamo avanti. Qui conduco io e ho ancora tante domande da farle”.

Successivamente, Gruber ha tentato di spostare la discussione su altri argomenti, chiedendo a Fini un’opinione sull’allineamento della premier alle politiche di Donald Trump e sulla decisione della Camera di commemorare Charlie Kirk, l’attivista di estrema destra ucciso per motivi ideologici. Questo tema ha innescato un nuovo scontro: Fini ha difeso la scelta della maggioranza di ricordare Kirk, mentre Gruber ha fatto notare che la Camera non ha mostrato lo stesso atteggiamento quando è stata assassinata la deputata democratica Melissa Hortman per motivi politici.

Il dibattito ha poi toccato il personale rapporto di Fini con Giorgia Meloni. Gruber ha incalzato l’ex presidente della Camera su questo punto, ma Fini ha risposto in modo secco, affermando: “Le sue sono solo domandine mirate a ottenere un titolo sul fatto che io non condivida la politica di Giorgia Meloni. Ma ha sbagliato interlocutore: non sono così stupido da rispondere a domande che non hanno senso”.

La tensione in studio ha evidenziato le fratture all’interno della destra italiana, in particolare riguardo alla figura di Meloni e alle sue scelte politiche. Fini, che in passato è stato un leader di spicco della destra, ha mostrato una certa resistenza a criticarla pubblicamente, nonostante le sue posizioni divergenti su alcuni temi fondamentali. Questo ha portato Gruber a sottolineare la complessità del panorama politico attuale, dove le alleanze e le rivalità si intrecciano in modi spesso sorprendenti.

Il conflitto israelo-palestinese rimane un tema centrale del dibattito pubblico, e il fatto che Fini si sia preso il tempo per discutere le sue origini storiche ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, c’è chi apprezza la necessità di un’analisi approfondita; dall’altro, c’è chi considera tali digressioni inopportune in un contesto televisivo con tempi ristretti. La prontezza con cui Gruber ha cercato di riportare il discorso su un piano più pratico e attuale riflette le sfide che i giornalisti affrontano nel tentativo di mantenere il dibattito focalizzato e rilevante.

Questo episodio di Otto e Mezzo ha messo in luce non solo le differenze ideologiche tra i partecipanti, ma anche le dinamiche interne della destra italiana. La figura di Giorgia Meloni continua a essere centrale nelle discussioni, e il modo in cui i leader della destra si relazionano con lei potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro politico del paese.



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