Un Disegno di legge (ddl) che potrebbe cambiare profondamente la normativa italiana sulla fauna selvatica è in procinto di essere discusso dal Consiglio dei ministri. La proposta, fortemente voluta dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, mira a modificare la legge quadro n. 157 del 1992, che regolamenta la tutela degli animali selvatici e l’attività venatoria. Secondo quanto riportato da Fanpage.it, il ddl potrebbe essere presto sottoposto all’esame della Commissione europea per verificarne la conformità con le normative dell’Unione Europea.
La bozza del disegno di legge ha già sollevato un acceso dibattito. Da un lato, il ministro Lollobrigida ha difeso il provvedimento, presentandolo come un aggiornamento necessario e richiesto da diverse realtà regionali e associative. Dall’altro, associazioni ambientaliste e partiti di opposizione hanno espresso forti critiche, accusando il ddl di favorire gli interessi del mondo venatorio e agricolo a scapito della tutela ambientale.
Inizialmente, il testo avrebbe dovuto essere discusso in Consiglio dei ministri il 19 maggio, ma la sua presentazione è stata rinviata. Fonti interne al Governo indicano che sono in corso trattative per rendere il provvedimento più solido dal punto di vista normativo, in modo da evitare contestazioni.
Nonostante le polemiche, Lollobrigida ha ribadito l’importanza della riforma, sottolineando che essa nasce da una richiesta condivisa da molte Regioni e da alcune associazioni. Durante la presentazione del Rapporto Agromafie, il ministro ha dichiarato: “Non si tratta di un decreto, ma di un disegno di legge collegato alla legge finanziaria che aggiorna la 157 del ’92 su richiesta della stragrande maggioranza delle Regioni, del mondo associativo e agricolo che segue l’attività venatoria, nonché di alcune associazioni ambientaliste perché è una legge vetusta per tanti oggettivi criteri”.
Tuttavia, le principali associazioni italiane per la protezione degli animali – Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf Italia – hanno denunciato l’assenza di un reale dialogo con il Ministero durante la stesura del testo. Secondo queste organizzazioni, il ddl rappresenta una minaccia per l’equilibrio dell’ecosistema e per la tutela della fauna selvatica.
Anche le forze politiche di opposizione hanno espresso preoccupazioni. Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, ha criticato duramente il disegno di legge, definendolo una grave minaccia per gli animali selvatici. In una dichiarazione ha affermato: “Il ministro Lollobrigida dice che la legge 157 è vetusta; per noi invece è proprio lui adesso il problema, con il suo ddl che preannuncia lo sterminio della fauna selvatica”.
Zanella ha poi aggiunto che il Governo dovrebbe concentrarsi su altre riforme, come l’abolizione dell’articolo 842 del codice civile, che consente ai cacciatori di accedere a terreni privati senza il consenso dei proprietari. Secondo la deputata, questa norma è obsoleta e andrebbe eliminata per tutelare meglio i diritti dei proprietari terrieri e la biodiversità.
Le critiche si estendono anche al presunto favoreggiamento di lobby venatorie e armieri. Secondo gli oppositori del ddl, la legge del 1992 rappresenta un esempio positivo di normativa che bilancia gli interessi umani con quelli ambientali. “La legge 157 del ’92 ha garantito l’equilibrio dell’ecosistema non vietando questa assurda pratica della caccia: è un esempio importante di come le ragioni dell’ambiente non siano state svendute”, ha concluso Zanella.
Il futuro del ddl rimane incerto. Se approvato dal Consiglio dei ministri, il testo dovrà affrontare un attento esame da parte della Commissione europea. Le associazioni ambientaliste sperano che eventuali criticità normative possano ostacolare l’iter legislativo, mentre il ministro Lollobrigida continua a difendere la proposta come un passo necessario per modernizzare una legge considerata ormai superata.
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