Durante un incontro con i residenti dei Campi Flegrei, il Capo della Protezione Civile Fabio Ciciliano ha scatenato polemiche con una risposta inaspettata.
Nel cuore di un incontro acceso con i residenti dei Campi Flegrei, Fabio Ciciliano, Capo dipartimento della Protezione Civile, si è trovato al centro di una polemica che sta facendo discutere. La zona, già in allerta per un intenso sciame sismico e il continuo sollevamento del suolo, è diventata teatro di tensioni tra cittadini preoccupati e istituzioni.
Durante l’evento, organizzato per discutere delle misure di sicurezza e dei piani di evacuazione, una domanda specifica ha scatenato il caso. Un residente ha chiesto cosa accadrebbe in caso di una scossa di magnitudo 5, il massimo livello di energia che potrebbe essere sprigionato dall’area bradisismica secondo gli esperti. La risposta di Ciciliano è stata spiazzante: «Che vuol dire se arriva una scossa di quinto grado cosa fate? Con una scossa di quinto grado cadono i palazzi e conto i morti. Funziona così».
La reazione dei residenti: preoccupazione e sconcerto
La frase, pronunciata dopo un lungo dibattito, ha lasciato i presenti senza parole. I cittadini si aspettavano rassicurazioni o almeno indicazioni chiare sui punti di attesa e sulle procedure da seguire in caso di emergenza. Al contrario, le parole di Ciciliano hanno alimentato la paura e il senso di insicurezza.
Un video che immortala il momento ha iniziato a circolare rapidamente sui social media, suscitando reazioni contrastanti tra i napoletani e i residenti dei comuni interessati, come Pozzuoli, Bacoli e Quarto. Molti hanno criticato il tono della risposta, ritenendolo poco empatico e inadatto a chi ricopre un ruolo così importante.
Il contesto: un clima già teso
Va detto che la risposta di Ciciliano è arrivata dopo ore di confronto con i cittadini, durante le quali aveva risposto pazientemente a numerose domande. Tuttavia, il clima di tensione e l’insistenza su alcune questioni potrebbero aver contribuito al tono esasperato della sua replica.
Il sindaco di Pozzuoli, Gigi Manzoni, ha cercato di ridimensionare l’accaduto, spiegando che la frase incriminata era rivolta a una cittadina particolarmente insistente. «Non voleva accettare le risposte fornite al tavolo – ha dichiarato Manzoni – continuava a ripetere le stesse domande. Ciciliano ha solo voluto sottolineare il rischio reale legato a una scossa di quella magnitudo».
Le polemiche non si fermano qui. Già nei giorni scorsi, molti avevano criticato l’assenza del ministro alla Protezione Civile, Nello Musumeci, che non ha partecipato alla discussione sui Campi Flegrei. La sua attenzione, come riportano i suoi canali social, sembrava concentrata su argomenti ben lontani dall’emergenza sismica, come il vincitore del Festival di Sanremo e i piatti tipici siciliani.
Ora, le associazioni locali e diversi esponenti politici chiedono a gran voce che Ciciliano si scusi pubblicamente per le sue parole. «La sua funzione dovrebbe essere quella di rassicurare i cittadini – ha dichiarato una residente flegrea – non aumentare ulteriormente le nostre ansie. Non sta facendo bene il suo lavoro».
I Campi Flegrei, con il loro complesso sistema vulcanico, rappresentano una delle aree più a rischio d’Italia. L’attuale sciame sismico ha già registrato oltre 600 scosse, con una delle ultime di magnitudo 3.1. La popolazione vive nel timore costante di un evento più grave, amplificato dai segnali preoccupanti come il continuo sollevamento del suolo.
In questo contesto, la comunicazione istituzionale gioca un ruolo cruciale. È fondamentale che le autorità non solo forniscano informazioni chiare e dettagliate, ma anche che lo facciano con sensibilità ed empatia. Solo così sarà possibile ristabilire un clima di fiducia tra i cittadini e chi dovrebbe garantire la loro sicurezza.
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