Durante un comizio a Lamezia Terme a sostegno della candidatura del presidente uscente Roberto Occhiuto in Calabria, la premier Giorgia Meloni ha pronunciato un discorso esplicito con toni duri nei confronti della sinistra, alleata con il candidato Pasquale Tridico. Ha richiamato il risultato elettorale nelle Marche, dove il centrodestra ha consolidato il proprio ruolo con la rielezione di Francesco Acquaroli, come conferma del giudizio maturo degli elettori.
Meloni ha usato un linguaggio forte per descrivere l’opposizione, affermando che “a sinistra sono proprio sfigati” e contestando previsioni negative del turismo: “a un certo punto quest’estate hanno detto anche che crollava il turismo, abbiamo fatto il record di visitatori della stagione, abbiamo superato pure la Spagna”. Su un altro fronte, ha rimarcato che molti davano per scontata la caduta del governo nei primi mesi: “Dicevano: ‘il governo cadrà dopo massimo 6 mesi’. Siamo il quarto governo su 68 più longevo e tra poche settimane diventeremo il terzo”. Ha sostenuto che solo una coalizione come quella di centrodestra, unita non per ostilità ma per “una visione del mondo”, possa garantire stabilità politica.
La premier ha proseguito ricordando traguardi economici e la credibilità internazionale italiana, invitando il pubblico a guardare alle valutazioni estere sul «miracolo italiano». Ha dichiarato che la Borsa nazionale è ai massimi, lo spread ai minimi, e che l’Italia ha attratto investimenti esteri per 80 miliardi di euro. Questi dati, secondo lei, avvalorerebbero la scelta del voto dinamico e concreto piuttosto che le “promesse vuote” della sinistra.
Al centro del discorso anche una forte critica alla comunicazione dell’opposizione: “Non si fanno trattare da stupidi come evidentemente li tratta da stupidi chi dice ‘vota per il Pd nelle Marche e avrai lo Stato in Palestina’”. Il riferimento è all’idea che l’opposizione abbia cercato di agganciare il voto con strategie esterne, considerate da Meloni come tentativi di manipolazione.
Rivolgendosi agli elettori calabresi, la premier ha affermato che la regione non chiede assistenzialismo ma condizioni paritarie per competere. Ha ironizzato sulla candidatura di Tridico definendo l’ipotesi di un “reddito di regionalanza” e sostenendo che la sinistra guarda i cittadini come persone che “non vogliono o non sanno mettersi in gioco”.
Sul tema del quadro internazionale, Meloni ha invitato alla serietà nel dibattito pubblico: ha ammonito che “le parole pesano, possono diventare brodo di cultura per le frange più violente”. Ha chiesto all’opposizione un approccio unitario sul dossier palestinese, auspicando che l’Italia possa votare “compatta” per la pace, e ha criticato scioperi o iniziative che secondo lei frammentano il dibattito.
Infine, la premier ha annunciato l’avvio dell’iter per uscire dalla gestione commissariale della sanità calabrese, definendo la regione “meritevole” di autonomia gestionale. Ha ribadito che il centrodestra non si unisce per combattere gli altri, ma per governare insieme con coerenza.



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