Il tour negli stadi di Marco Mengoni ha preso il via con un evento emozionante allo stadio Maradona di Napoli, dove il cantante ha presentato uno spettacolo concepito come una vera e propria opera teatrale. La serata è stata caratterizzata da un mix di musica, messaggi profondi e un’estetica curata nei minimi dettagli, ma alcuni commenti si sono concentrati esclusivamente sull’abbigliamento scelto dall’artista, in particolare sul corsetto che ha indossato durante la performance.
Durante il concerto, un momento particolarmente significativo è stato catturato in un video pubblicato su TikTok: Mengoni, visibilmente emozionato, osservava lo stadio gremito e si lasciava andare a un’espressione in dialetto napoletano per elogiare l’energia del pubblico. Tuttavia, nonostante l’intensità del momento, alcuni utenti hanno preferito soffermarsi sull’outfit del cantante, trascurando il significato più profondo dello spettacolo.
La scelta del corsetto ha generato diverse reazioni online, alcune delle quali critiche. In risposta a queste osservazioni, durante l’esecuzione del brano Voglio, il cantante ha affermato con decisione: “Voglio vestirmi come mi pare”, suscitando l’entusiasmo del pubblico presente. Questo episodio evidenzia come la moda sia per Mengoni uno strumento di comunicazione potente, integrato in uno spettacolo che punta a superare barriere culturali e sociali.
Il concerto al Maradona è stato strutturato seguendo il modello di una tragedia greca, con sezioni denominate Prologo, Parodo, Episodi, Stasimi, Esodo e una Catarsi finale. Attraverso questa impostazione, Mengoni ha raccontato una storia fatta di musica e parole, trasmettendo un messaggio di inclusività e abbattimento dei confini. Ogni elemento dello show, dai costumi alla scaletta, è stato studiato per arricchire questa narrazione.
La scaletta del concerto ha incluso alcuni dei brani più celebri dell’artista, come Ti ho voluto bene veramente, Guerriero, Sai che, L’essenziale e Due vite. Ogni canzone è stata inserita in un contesto narrativo preciso, contribuendo a creare un’esperienza unica per il pubblico. Il finale ha visto l’esecuzione di pezzi come Pazza Musica e Mandare tutto all’aria, culminando con i bis Sto bene al mare e Esseri Umani.
L’aspetto visivo dello spettacolo è stato altrettanto imponente. L’inizio è stato segnato da tre suoni improvvisi che hanno catturato l’attenzione degli spettatori e introdotto l’ingresso di Mengoni e dei suoi ballerini. Ogni dettaglio della scenografia e delle coreografie è stato concepito per amplificare il messaggio dell’artista.
Nonostante l’importanza della musica e della narrazione, parte dell’attenzione si è spostata sul look di Mengoni, dimostrando come spesso si tenda a focalizzarsi su aspetti secondari piuttosto che sul contenuto principale. Tuttavia, l’artista ha saputo trasformare anche questa situazione in un’opportunità per ribadire la libertà di espressione e l’importanza di andare oltre i pregiudizi.
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