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Massimo Cacciari va alla Festa dell’Unità e glielo dice in faccia alla platea: i servi del vostro partito ci portano alla rovina tanto quanto Meloni e compagnia cantante



Parla lentamente, con voce più bassa del solito, ma ogni frase di Massimo Cacciari durante l’incontro alla Festa nazionale dell’Unità di Reggio Emilia lascia il pubblico sospeso tra fascino e diffidenza. La svolta arriva al termine della sua riflessione sul destino dell’Europa e del mondo, quando afferma: «Loro, i capitalisti, sono stati rivoluzionari e noi a sinistra siamo stati conservatori». È la frase che rompe l’equilibrio e strappa il primo, convinto applauso a scena aperta della serata.



L’appuntamento, parte del fitto calendario della Festa ma caratterizzato dalla scarsità di voci fuori dal coro, ha visto Cacciari dialogare con Gianni Cuperlo. Il tema era il “Pensiero lungo” in un’epoca in cui il dibattito pubblico sembra dominato da semplificazioni, contrapposizioni immediate e ricerca di figure da esaltare o demonizzare.

In questa occasione Cuperlo si è posto nel ruolo di intervistatore, dichiarando persino di sentirsi “giornalista” per un giorno. La sua prima domanda ha toccato la crisi dell’Europa, prospettando la responsabilità dell’Occidente nell’aver spinto la Russia a recuperare la sua vocazione imperialista.

La replica di Cacciari ha sorpreso i presenti, sostenuta da dati economici e riferimenti storici. Il filosofo ha ricordato: «Negli anni Sessanta l’Urss, con un modello economico bolscevico, fondato sulla centralità operaia e realmente alternativo a quello capitalistico, insidiava da vicino il primato americano. Ma oggi la Russia è 20 volte sotto, mentre la Cina, che ha sposato un modello di produzione capitalistico, ha un Pil che è dodici volte quello degli anni Settanta».

Da qui la sua conclusione: «Amici e compagni dobbiamo dirlo: si è affermato uno sviluppo straordinario della ricchezza, per effetto della globalizzazione del sistema capitalistico di produzione». Le parole hanno suscitato un primo applauso contenuto, seguito da altri, mentre Cacciari ha rincarato la dose definendo la leadership russa un «fallimento totale», sottolineando come Mosca abbia perso «clamorosamente la guerra fredda, cioè la terza guerra mondiale, e ora non può pretendere di imporre i suoi voleri ai Paesi del suo ex impero».

Non meno incisiva la sua visione sull’Europa, proposta come alternativa alle letture dominanti. «Il ruolo dell’Europa doveva essere e dovrebbe essere anche in futuro quello di fare da ponte tra Occidente e Oriente. È una follia aver pensato un futuro senza l’Est Europa, senza la Russia. Solo così l’Europa può aspirare ad essere una potenza». Sulle scelte attuali dei governi, il giudizio è netto: «La reazione dell’Europa di armarsi e di andare alla guerra è sbagliata».

Il confronto si è chiuso con un invito di Cuperlo a riflettere sulla sinistra e sulla sua mancanza di spirito “eretico” negli ultimi decenni. Cacciari ha accolto l’osservazione rilanciando: «Lo sviluppo capitalistico, nella sua ricerca continua della produttività, ha avuto caratteri rivoluzionari in tante cose, nello sviluppo delle tecnologie, nella capacità di creare una forma mentis per le nuove generazioni».

Il pubblico, inizialmente esitante, ha seguito con crescente attenzione fino ad applaudire convinto le conclusioni del filosofo veneziano. La lezione si è trasformata in un’occasione di confronto non convenzionale, capace di mettere in discussione certezze consolidate e di aprire nuove prospettive sul ruolo dell’Europa e sul futuro della sinistra.



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