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Mattia Minguzzi, 14 anni, ucciso: minacce alla famiglia e atti vandalici sulla tomba prima del processo



La tomba di Mattia Ahmet Minguzzi, il ragazzo di 14 anni ucciso a Istanbul lo scorso gennaio, è stata vandalizzata a poche ore dall’inizio del processo per il suo assassinio. L’episodio, avvenuto nel cimitero di Bahcelievler, ha suscitato indignazione e preoccupazione, poiché rappresenta un atto di violenza ulteriore nei confronti della famiglia del giovane.



Secondo quanto riportato dall’emittente turca Ntv, la lapide di Mattia è stata danneggiata e i fiori e le piante posate sulla sua tomba sono stati divelti. Le forze dell’ordine sono intervenute immediatamente dopo aver ricevuto la segnalazione, avviando indagini per identificare i responsabili di questo gesto inqualificabile. La Procura generale di Istanbul ha aperto un procedimento d’ufficio per il reato di “danneggiamento di cimiteri”.

Mattia Ahmet Minguzzi è deceduto il 9 febbraio, dopo due settimane di ricovero in terapia intensiva, a seguito di un accoltellamento avvenuto in un mercato di strada dove il padre lavora come executive chef presso Eataly. La violenza che ha colpito il giovane è stata perpetrata da un gruppo di ragazzi, e attualmente sono imputati due quindicenni. Il processo è iniziato oggi, ma l’udienza si è svolta a porte chiuse, considerando la minore età degli accusati.

L’avvocato della famiglia, in merito al vandalismo della tomba, ha dichiarato: “Il gesto aveva il chiaro scopo di inviare un messaggio minaccioso alla famiglia prima dell’udienza.” Ha aggiunto che la famiglia ha compreso il messaggio e ha affermato: “Non abbiamo paura. Ho parlato con il nostro presidente della Corte Suprema per l’adozione di misure di sicurezza.”

Nei giorni precedenti al processo, la famiglia Minguzzi aveva già ricevuto minacce, tanto che oggi, in tribunale, i parenti del minore sono arrivati scortati dalla polizia. L’avvocato ha spiegato che le intimidazioni erano continuate per settimane, con messaggi di morte e frasi offensive provenienti da utenti sui social media che si dichiaravano amici degli aggressori.

Durante l’udienza di oggi, il giudice ha deciso di rinviare il procedimento all’8 maggio, per ascoltare due testimoni. La Procura generale, che sostiene l’accusa, ha richiesto per i due imputati una pena detentiva compresa tra 18 e 24 anni per il reato di “omicidio deliberato di un minore”. Questa richiesta di pena riflette la gravità del crimine e la necessità di giustizia per la famiglia di Mattia.

Il vandalismo della tomba avviene in un contesto già carico di tensione e paura per la famiglia, che si trova a fare i conti non solo con la perdita del giovane, ma anche con le minacce e l’odio che sembrano circondarli. La comunità locale è scossa da questi eventi, e molti si chiedono come sia possibile che tali atti di violenza e intimidazione possano avvenire senza conseguenze.



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