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Mia sorella gettata dal balcone a 13 anni, i genitori devono educare i figli maschi a rispettare i no



Era presente in aula ieri, 26 giugno, Viktoria, sorella della ragazza di 13 anni precipitata dal balcone lo scorso 25 ottobre a Piacenza. Per la tragedia è sotto accusa l’ex fidanzato della vittima, un ragazzo di 15 anni, che ha negato ogni responsabilità durante il processo presso il tribunale dei minori di Bologna. L’accusa sostiene che il giovane avrebbe colpito le mani della ragazza mentre questa era aggrappata alla ringhiera, provocandone così la caduta.



Durante l’udienza, è stato deciso di non concedere il rito abbreviato al 15enne. Inoltre, è stata accolta la richiesta di aggiungere l’aggravante dello stalking, mentre è stata esclusa quella della premeditazione. Viktoria, intervistata da La Stampa, ha espresso i suoi sentimenti riguardo all’esito parziale del procedimento: “Non provo felicità. Non può esserci gioia quando perdi una sorella in modo così doloroso. Puoi solo provare rabbia e amarezza. Sento che aggiungendo lo stalking ai capi di imputazione è stata fatta un po’ di giustizia, è stata riscattata un po’ della sua dignità.”

La sorella ha voluto ringraziare pubblicamente la psicologa Maria Grazia Saginario, che ha contribuito a far emergere le sofferenze subite dalla vittima prima del tragico evento: “Nelle sue relazioni ha saputo leggere il cuore di mia sorella e ha aiutato la giustizia a capire quello che lei ha subito anche nel periodo prima della sua morte.”

Nonostante questo passo avanti, Viktoria ha sottolineato la sua insoddisfazione per l’esclusione della premeditazione tra i capi d’accusa: “Resto ferma nel dire che non è stato riconosciuto tutto quello che speravo, come la premeditazione che per me era molto importante. Quel ragazzo aveva già minacciato mia sorella di morte in una serie di messaggi che io avevo pubblicato. Queste minacce sono esplicite, parlava anche di piano di vendetta contro di lei. Quel giorno si è presentato con un cacciavite nella tasca e probabilmente lo ha usato contro di lei. Che altro serve?”

La giovane donna ha ribadito con forza di non aver mai creduto all’ipotesi di un gesto volontario da parte della sorella e ha definito le dichiarazioni dell’accusato come “bugie che racconta per cavarsela”. Ha inoltre posto l’accento sull’importanza dell’educazione all’affettività per prevenire simili tragedie in futuro: “È un processo di cambiamento che deve iniziare tra i ragazzi, deve coinvolgere anche gli adulti che pure non sono estranei a questo modo di fare inaccettabile. I genitori dei figli maschi devono insegnare loro a rispettare i no che ricevono dalle ragazze.”

Secondo quanto raccontato da Viktoria, il comportamento del 15enne nei confronti della sorella era spesso possessivo e opprimente: “Mia sorella aveva a che fare con una persona che anche quando non era palesemente violento con lei, si approcciava a lei in modo possessivo e opprimente. Le diceva: ‘tu sei solo mia, alla tua festa di compleanno devo essere l’unico maschio presente’. Questi atteggiamenti non vanno permessi.”



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