La scomparsa di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile, è stata ufficialmente attribuita a un ictus cerebrale, coma e collasso cardiocircolatorio irreversibile, come comunicato dalla Sala Stampa Vaticana. Il certificato di morte, firmato dal professor Andrea Arcangeli, direttore della Direzione di Sanità e Igiene del Vaticano, ha elencato le patologie di cui soffriva il pontefice, tra cui un episodio di insufficienza respiratoria acuta in polmonite bilaterale e bronchiectasie multiple. Questi problemi respiratori avevano richiesto un lungo ricovero al Policlinico Gemelli di Roma, dal 14 febbraio al 23 marzo 2025.
La notizia del decesso del pontefice ha suscitato numerose speculazioni sulle cause, ma esperti come il professor Giorgio Sesti dell’Università Sapienza di Roma avevano già suggerito che la morte fosse stata improvvisa e non conseguenza di un peggioramento delle condizioni preesistenti.
L’ictus cerebrale si verifica quando l’afflusso di sangue al cervello viene interrotto o ridotto, causando la morte delle cellule cerebrali. Questa interruzione può essere dovuta a un’ostruzione di un’arteria cerebrale, nota come ischemia cerebrale, o, meno frequentemente, alla rottura di un vaso sanguigno, causando un’emorragia cerebrale. Secondo la Fondazione Humanitas, il 75% degli ictus colpisce persone oltre i 65 anni, essendo una delle principali cause di disabilità e la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie.
Il decesso di Papa Francesco è avvenuto nella residenza di Santa Marta, sollevando interrogativi su cosa sarebbe potuto accadere se fosse stato in ospedale al momento dell’ictus. La professoressa Elena Bignami, presidente della Società Italiana di Anestesia e Rianimazione, ha spiegato a Repubblica che l’ictus che ha colpito il pontefice è stato un evento molto grave: “Un problema neurologico devastante, che ha portato rapidamente al coma”. Ha sottolineato che il papa era già “fragilissimo, per le patologie respiratorie delle quali soffriva da tempo”, e che sarebbe stato impossibile salvarlo anche se fosse stato ricoverato.
La professoressa Bignami ha aggiunto: “Sarebbe stato impossibile salvarlo, perdiamo anziani nelle sue condizioni anche nelle nostre strutture proprio perché non si può fare niente contro un evento massivo”. Ha evidenziato che le condizioni preesistenti del pontefice, come il diabete e l’ipertensione, sono fattori di rischio noti per l’ictus, pur specificando che “l’insufficienza respiratoria non provoca l’ictus, non ne è la causa diretta”.
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