Tom Wilson aveva solo 22 anni quando la sua vita è stata tragicamente spezzata a causa di un incidente durante una partita di hockey. La madre, Lisa Wilson, ha deciso di trasformare il suo dolore in una missione per promuovere la donazione degli organi, in onore della scelta fatta da Tom a soli 18 anni. Il giovane ha donato i suoi organi, permettendo a nove persone di ricevere una nuova possibilità di vita.
La carenza di organi è un problema di salute pubblica che affligge molte nazioni. Secondo la Fondazione Veronesi, in Italia oltre 8.000 persone sono attualmente in attesa di un trapianto. Gli organi più richiesti sono i reni, ma la situazione è critica anche all’estero: come riportato da United Network for Organ Sharing (UNOS), negli Stati Uniti più di 100.000 persone aspettano un trapianto, e ogni giorno 17 persone muoiono perché non riescono a ricevere l’organo necessario in tempo.
Lisa Wilson ha condiviso la storia di suo figlio nel corso di un’intervista con la BBC. Tom è deceduto nel 2015 a causa di un grave trauma cranico subito mentre giocava per l’Old Loughtonians Hockey Club, una squadra dell’Essex. La sera dell’8 dicembre 2015, durante una partita, un colpo di mazza lo ha colpito alla nuca, causando una lesione al tronco cerebrale e un’emorragia cerebrale subaracnoidea, una condizione medica estremamente grave.
Dopo l’incidente, Lisa ricevette una chiamata da un compagno di squadra di Tom, che la informò dell’accaduto. Mentre si trovava in attesa di notizie, sentì qualcuno chiedere se Tom stesse ancora respirando. Il giovane fu trasportato d’urgenza al Royal London Hospital, ma poco dopo il suo arrivo, i medici comunicarono a Lisa che non c’era nulla da fare. Fu in quel momento che scoprì che suo figlio, qualche anno prima, si era registrato come donatore di organi. “Avrei voluto svegliarlo per dirgli quanto ero orgogliosa di lui”, ha dichiarato Lisa.
Grazie alla scelta di Tom, una parte del suo fegato è stata donata a una ragazza di nome Fatima, che oggi ha 12 anni, mentre il suo cuore è stato trapiantato a un uomo di 60 anni. Lisa ha cercato di contattare le persone che hanno ricevuto gli organi di Tom e, in occasione dei British Transplant Games, è riuscita a incontrarli. “È stato surreale. Ero accanto a due persone che sono vive grazie a Tom. Il suo cuore batteva lì, proprio vicino a me”, ha raccontato con emozione.
Fino alla morte di Tom, nel Regno Unito la donazione degli organi era regolata da un sistema di consenso esplicito (opt-in), simile a quanto avviene attualmente in Italia. Questo significa che una persona doveva esprimere chiaramente la propria volontà di donare gli organi mentre era ancora in vita. Nel 2020, però, è stata introdotta la Max and Keira’s Law, che ha cambiato le regole, passando a un sistema di consenso presunto (opt-out). Con questa legge, si presume che una persona acconsenta alla donazione degli organi a meno che non abbia espressamente rifiutato in vita. Tuttavia, i familiari rimangono coinvolti nel processo e possono opporsi alla donazione.
In Italia, il sistema di donazione degli organi continua a seguire il principio del consenso esplicito. Se una persona non ha dichiarato la propria volontà di donare, la decisione ricade sui familiari. I cittadini maggiorenni possono esprimere la loro volontà attraverso diverse modalità, come presso la propria ASL, tramite il medico di famiglia, attraverso l’iscrizione all’AIDO, o con una dichiarazione scritta conservata tra i propri documenti o al momento del rinnovo della carta d’identità.
La storia di Tom Wilson e il lavoro di sensibilizzazione di Lisa mettono in luce l’importanza della donazione degli organi e la necessità di informare il pubblico riguardo a questo tema cruciale. Con sempre più persone in attesa di trapianto, è fondamentale aumentare la consapevolezza e incoraggiare le persone a considerare la donazione come un gesto di vita.
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Monica



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