Un attimo di leggerezza in una giornata estiva si è trasformato in dramma nel primo pomeriggio a Caramanico Terme. Ivan Reggio, 35 anni, in vacanza in Abruzzo per trascorrere qualche giorno con le sorelle residenti in provincia di Chieti, si trovava nelle gole del fiume Orta, nella frazione di San Tommaso. Lì, in un tratto noto come “Marmitte dei giganti” o rapide di Santa Lucia, era vietata la balneazione a causa dell’altezza da cui ci si poteva tuffare e della violenza della corrente. Intorno alle 15:30, in compagnia di un amico, decise di fare un tuffo e scomparve immediatamente nel vortice dell’acqua .
Le sorelle, testimoni dell’accaduto e presenti sul posto, si accorsero immediatamente della tragedia e allertarono i soccorsi. Il 112 diramò l’allarme e sul luogo precipitarono Vigili del Fuoco, Carabinieri della stazione di Popoli e del comando provinciale di Pescara, il 118, il Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo e un elisoccorso dal capoluogo abruzzese .
La conformazione rocciosa e la ridotta copertura cellulare complicarono le comunicazioni e rallentarono le operazioni. I tecnici del Soccorso Alpino furono calati in “verricello” via elicottero, seguiti da ulteriori cinque operatori forristi. Le ricerche, inizialmente infruttuose, si estesero lungo il corso e nelle aree circostanti, con il supporto dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco .
Quasi cinque ore dopo la scomparsa, intorno alle 20:00, il suo corpo senza vita è stato recuperato dalle acque, trasferito in ospedale e quindi alla camera mortuaria per le necessarie verifiche . L’autorità giudiziaria ha aperto un fascicolo per stabilire le cause del decesso: tra ipotesi al vaglio la possibile perdita di conoscenza dopo un colpo alla testa contro le rocce o l’essere stato risucchiato dalla corrente.
Il drammatico episodio richiama un precedente analogo avvenuto circa otto anni fa nello stesso tratto dell’Orta, in cui persero la vita due giovani trentenni della provincia di Chieti, rendendo evidente la pericolosità del luogo.
Il sindaco di Caramanico Terme, Franco Parone, ha monitorato da vicino le operazioni di ricerca: «Purtroppo quello è un punto particolarmente impegnativo e pericoloso – dice – che impone anche un certo approccio». Le sue parole riflettono lo sgomento che attraversa la comunità locale, scossa da un evento tanto improvviso quanto tragico .
Le autorità stanno valutando la necessità di eseguire l’autopsia per ottenere elementi utili chiarire l’esatta dinamica dei fatti. Nel frattempo, familiari e amici piangono la scomparsa di un giovane descritto come “pieno di vita”, la cui esistenza si è spezzata in un istante.
Il luogo del dramma, immerso nella bellezza naturale di un tratto incontaminato della Majella, ribadisce l’importanza di attenersi rigorosamente ai divieti di balneazione e di extreme precauzioni vicino alle rapide. La tragedia di Ivan Reggio serve da monito e smorza il clima vacanziero che caratterizza questa stagione nei borghi abruzzesi.
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