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Muore di cancro a 25 anni la pugile imbattuta: “I medici dicevano che era solo nella mia testa”



La pugile britannica Georgia O’Connor, imbattuta nel professionismo e plurimedagliata nel dilettantismo, è deceduta all’età di 25 anni, solo pochi mesi dopo aver rivelato di essere affetta da un cancro “raro e aggressivo”. La giovane atleta aveva espresso la sua frustrazione per il ritardo nella diagnosi, che a suo avviso avrebbe potuto essere effettuata molto prima, cambiando così le sue prospettive di vita.



In un toccante sfogo, O’Connor aveva accusato i medici che la seguivano, affermando: “Mi hanno ingannata, mi hanno detto che non era niente, mi hanno fatto sentire come se stessi esagerando.” La pugile aveva lamentato che i medici si erano rifiutati di eseguire un’ecografia e di indagare più a fondo, lasciandola in una situazione critica. “Avrebbero potuto fare qualcosa prima che arrivassimo a questo punto. Ma non l’hanno fatto. Perché questo è il sistema sanitario nazionale: un sistema corrotto che delude continuamente i giovani come me,” aveva aggiunto.

La diagnosi della malattia è arrivata dopo 17 settimane di sofferenza, durante le quali O’Connor si era recata ripetutamente al Royal Victoria Infirmary di Newcastle. “Fin dall’inizio ho pensato che fosse un cancro. Ma nessun medico mi ha prestato la minima attenzione,” aveva dichiarato, sottolineando che nessuno aveva eseguito le scansioni o gli esami del sangue che lei stessa aveva richiesto mentre soffriva. “Sono dei ratti incompetenti,” aveva affermato con rabbia.

Georgia O’Connor era una pugile di grande talento. Durante la sua carriera da dilettante, aveva conquistato una medaglia d’oro ai Giochi della Gioventù del Commonwealth nel 2017, seguita da una medaglia d’argento e una di bronzo ai Campionati mondiali giovanili nello stesso anno e nel 2018. Trasformatasi in professionista nel 2021, prima della diagnosi di cancro vantava un record di 3 vittorie e zero sconfitte nei pesi superwelter. Il suo ultimo incontro, disputato nell’ottobre 2022 contro Joyce Van Ee, si era concluso con una vittoria ai punti.

La notizia della sua morte ha suscitato profondo cordoglio nel mondo del pugilato, con England Boxing che ha rilasciato una nota di condoglianze: “Siamo profondamente addolorati per la scomparsa di Georgia O’Connor.”

Dopo aver ricevuto la diagnosi di cancro a gennaio, O’Connor aveva deciso di denunciare pubblicamente il sistema sanitario. “Non c’è un modo semplice per dirlo, ma ho il cancro,” aveva affermato, aggiungendo che era tempo di “smascherare i ratti assolutamente incompetenti che hanno permesso che tutto questo accadesse.” La pugile aveva descritto il suo calvario, evidenziando che, nonostante il dolore costante, nessuno le avesse dato ascolto. “Conoscevo i rischi. Ho la colite ulcerosa e la colangite sclerosante primitiva, due malattie che aumentano notevolmente le probabilità di contrarlo,” aveva dichiarato, rimarcando che i medici erano a conoscenza della sua situazione.

In un messaggio carico di determinazione, O’Connor aveva dichiarato: “Possono dire che è terminale quanto vogliono. Possono dirmi che morirò. Ma dopo aver impiegato 17 settimane per capire cosa non andava in me, perché diavolo dovrei crederci?” Aveva anche espresso la sua volontà di non arrendersi, affermando di avere un oncologo straordinario e di ricevere il miglior trattamento possibile. “Fanculo i dottori che mi hanno deluso. Fanculo il sistema che ha permesso che tutto questo accadesse,” aveva concluso.

Due settimane prima della sua morte, O’Connor aveva condiviso un post su Instagram in cui rivelava di aver sposato il suo compagno italiano, Adriano, e di aver assunto il suo cognome. In quell’occasione, aveva pubblicato una foto del suo anello nuziale, scrivendo: “Il giorno in cui ho sposato l’amore della mia vita.”

Purtroppo, nonostante la sua determinazione e il supporto del suo entourage, la malattia era in uno stadio troppo avanzato per poter essere curata o anche solo rallentata. La scomparsa di Georgia O’Connor rappresenta una perdita significativa non solo per il mondo del pugilato, ma anche per tutti coloro che hanno seguito la sua carriera e la sua lotta contro la malattia.



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