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Nitazeni, prima vittima in Italia: Paolo Crepet avverte, “Una nuova droga che uccide i ragazzi”



L’Italia ha registrato il suo primo decesso causato da overdose da Nitazeni, un oppioide sintetico che si stima sia almeno dieci volte più potente del fentanyl. La notizia, riportata dal Corriere della Sera, ha sollevato un allarme crescente nella regione dell’Alto Adige, dove si è verificato il tragico evento. La situazione nella regione è preoccupante, con 35 sequestri di queste nuove sostanze psicoattive effettuati nell’ultimo anno. Questo dato evidenzia come il problema delle droghe sintetiche stia assumendo proporzioni tali da poter diventare una vera e propria emergenza sanitaria.



A esprimere preoccupazione per questa situazione è lo psichiatra Paolo Crepet, che denuncia la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni. Secondo Crepet, “sul tema c’è scarso interesse da parte delle istituzioni. Gli unici a fare qualcosa sono le associazioni e i centri per tossicodipendenti, ormai però lasciati drammaticamente soli”. La morte per overdose viene definita dallo psichiatra come il “campanello d’allarme più estremo possibile”, ma ciò che lo preoccupa maggiormente è l’indifferenza mostrata dalle autorità competenti. “Non è tanto l’assenza di provvedimenti, quanto quella di pensiero. È come se il problema non esistesse. Quando un fenomeno si diffonde così tanto, c’è sempre qualche complicità”, ha dichiarato.

Crepet sottolinea che la responsabilità della situazione non può ricadere esclusivamente sulle famiglie o sulle scuole. “Tutta la società degli adulti deve prendersi la responsabilità di educare i giovani. Non possiamo più far finta che sia solo lo ‘sbandatello del paese’”, ha affermato. Secondo lui, ci troviamo in un contesto in cui da un lato le nuove generazioni vengono distrutte, mentre dall’altro si costruisce un mercato fiorente per le droghe.

Tra i fattori principali che spingono i giovani al consumo di sostanze stupefacenti, Crepet individua il prezzo basso come un elemento cruciale. “È la vecchia legge di mercato. Le droghe sintetiche sono prodotte in laboratorio, il che riduce i costi e rende il prodotto più accessibile”, ha spiegato. Questa accessibilità economica rende le sostanze più attraenti per i giovani, che possono facilmente acquistarle senza dover affrontare spese eccessive.

La situazione in Alto Adige è sintomatica di un problema che si sta diffondendo in molte altre regioni italiane. La crescente diffusione di sostanze sintetiche sta attirando l’attenzione non solo degli esperti del settore, ma anche delle autorità sanitarie e politiche. Con l’aumento dei casi di overdose e l’emergere di nuovi prodotti sul mercato, è fondamentale che le istituzioni si attivino per affrontare questa crisi.

In questo contesto, le associazioni che si occupano di tossicodipendenza stanno cercando di fare la loro parte, ma si sentono sempre più isolate. “Le risorse sono limitate e la domanda di aiuto cresce ogni giorno”, ha dichiarato un operatore di un centro di recupero. La mancanza di fondi e di supporto istituzionale rende difficile fornire un aiuto adeguato a chi ne ha bisogno.

Le autorità locali, da parte loro, stanno cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo ai rischi connessi all’uso di droghe sintetiche. Tuttavia, la sfida è ardua, considerando che molti giovani non percepiscono il pericolo associato a queste sostanze. “È necessario un cambiamento culturale, che parta dalle scuole e coinvolga anche le famiglie”, ha affermato Crepet.



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