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Nuova lite nel PD, Prodi perde la pazienza con Schlein: “Così non si va da nessuna parte”



In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Romano Prodi ha condiviso le sue opinioni riguardo alla situazione politica attuale, focalizzandosi su figure come Mamdani e sulle recenti vittorie delle governatrici democratiche in Virginia e New Jersey. Prodi ha riconosciuto che “Mamdani ha fatto cose interessanti: ha risvegliato la partecipazione, ha attratto i giovani, è stato capace di mettere in campo una campagna elettorale con pochi fondi.” Tuttavia, ha anche espresso riserve sul suo profilo rivoluzionario, sottolineando che “la sua non mi pare esattamente la cifra del rivoluzionario: è il figlio di un professore della Columbia University e di una nota intellettuale.” Prodi ha quindi paragonato Mamdani a Fiorello La Guardia, un sindaco di New York noto per il suo impegno sociale e politico.



Prodi ha messo in evidenza che, sebbene la figura di Mamdani possa essere interessante, il vero cambiamento necessario per il centrosinistra italiano richiede un “riformismo coraggioso, ma concreto, che punti al cambiamento.” Ha sottolineato che “la giustizia sociale è nel cuore della gente” e ha criticato l’attuale concentrazione delle ricchezze, citando la buonuscita di Elon Musk come esempio di un problema che ha superato il “livello di guardia”.

Il professore ha insistito sulla necessità di affrontare il problema della giustizia sociale con strumenti adeguati, affermando che “per cominciare bisogna governare e per farlo serve il consenso della maggioranza della popolazione.” Ha sottolineato l’importanza di discutere temi reali come tasse, immigrazione, sanità e scuola, evitando un radicalismo che potrebbe spaventare gli elettori. “Dobbiamo poter parlare di argomenti veri con le parole giuste, senza un radicalismo che spaventa gli elettori e che nella nostra storia non ha mai pagato,” ha dichiarato Prodi, evidenziando la necessità di chiarezza e onestà nel comunicare le proprie intenzioni politiche.

Quando gli è stato chiesto come si possa realizzare questo cambiamento, Prodi ha risposto: “Con idee e leader credibili.” Tuttavia, ha espresso dubbi sulla presenza attuale di leader credibili nell’opposizione, citando Elly Schlein e Giuseppe Conte. Prodi ha affermato che “i leader possono nascere. O farsi,” suggerendo che ci sia ancora spazio per la crescita di nuove figure di riferimento.

Un tema delicato emerso nell’intervista è quello della patrimoniale. Prodi ha affermato che “parlarne oggi verrebbe interpretato come l’inizio di un’oppressione fiscale.” Ha osservato che i grandi ricchi hanno creato una narrativa in cui il loro destino è intrecciato con quello della popolazione generale. Riguardo agli sgravi fiscali previsti nella manovra, Prodi ha affermato che “sì, ma non lo dico solo io. Lo sostiene il Financial Times, oltre che qualunque studio serio in circolazione.” Ha criticato l’idea che i benefici fiscali siano destinati a chi guadagna salari modesti, sottolineando che “il vero vantaggio è per redditi ben superiori.”

Prodi ha anche rivelato di aver avuto una conversazione con Schlein, la segretaria del Partito Democratico, dopo le sue critiche al “centrosinistra che ha voltato le spalle all’Italia.” Ha confermato che “sì, Schlein mi ha chiamato. Ci siamo sentiti spesso nelle ultime settimane.” Prodi ha espresso la sua preoccupazione che una parte dell’elettorato si allontani dal centrosinistra, ritenendo che “una lettura troppo ristretta della società” non sia sufficiente per costruire un’alternativa concreta di governo.

Riguardo alla situazione attuale del governo di Giorgia Meloni, Prodi ha affermato che “non ha realizzato nulla,” notando che “la crescita stenta a livelli molto preoccupanti” e che “la produzione industriale ha problemi serissimi.” Ha attribuito la forza di Meloni alla sua durata, sottolineando che “l’unica sua forza è la durata, per mancanza di alternativa.”



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